Secondo ciclo/4. Ma la Moratti marcia spedita verso la sperimentazione

La lettura dualista dell’unitarietà del «sistema educativo di istruzione e di formazione del Paese», è esclusa dalla sentenza della Corte costituzionale (la n. 13/04) che ha ribadito che l’unità nella gestione e nell’organizzazione territoriale del secondo ciclo internamente articolato in percorsi dell’«istruzione liceale» e dell’«istruzione e formazione professionale» è garantita dal fatto di essere affidata all’unica ‘sovrana’ regia delle Regioni. Non si comprende, dunque, in questo contesto, come il Ministero dell’istruzione, senza un coinvolgimento diretto delle Regioni, intenda disporre una legge di ordinamento (il dlgs. sul secondo ciclo) che è anche di gestione e di organizzazione.
Un cambiamento di prospettiva culturale, ordinamentale e organizzativo-gestionale come quello che consegue al Titolo V e alla legge n. 53/03 non può avvenire con una tempistica concitata, e soprattutto con fughe decisionali verticistiche e neocentralistiche. La fretta, da un lato, e la scelta di procedere senza un continuo, e sostanziale, coinvolgimento degli attori istituzionali e professionali interpellati dalle nuove responsabilità normative, dall’altro lato, rischiano di far fallire un necessario disegno riformatore che comunque non può essere sequestrato da logiche di maggioranza. La scuola è di tutti e non solo di una parte politica.
Sorprende, perciò, l’insistenza con cui il ministro Moratti ha ribadito, nell’incontro con la delegazione degli assessori, guidata dall’assessore del Lazio Silvia Costa, che a settembre, indipendentemente dal parere delle stesse Regioni intende anticipare in via sperimentale alcune tipologie di licei.