Risparmi e Qualità – La sfida della scuola italiana

Dossier di Tuttoscuola sui risparmi possibili salvaguardando la qualità

Si discute in questi giorni di risparmi, tagli e qualità del servizio nella scuola.

La manovra finanziaria contenuta nella L. 133/2008 impone razionalizzazioni ed economie di spesa per 7.832 milioni di euro entro il 2012. E’ bene che le scelte, quali che siano, vengano effettuate sulla base di approfondite analisi, sulla conoscenza di dati e situazioni, non condizionata da pregiudizi ideologici o di schieramento politico.

Tuttoscuola presenta un proprio dossier, che contribuisce alla conoscenza di questa realtà: i dati e i numeri dicono più di molte dichiarazioni che stanno affollando il dibattito politico sulla scuola.

Giovedì 11 settembre alle ore 10 ne discuteranno il presidente della Commissione Cultura della Camera Valentina Aprea, il ministro ombra della pubblica istruzione Marapia Garavaglia e il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima. Si parlerà anche di maestro unico e di tempo pieno.

A partire da quell’ora, i nostri lettori potranno seguire in diretta Web dal nostro sito www.tuttoscuola.com gli sviluppi del dibattito. Sempre sul sito, a breve il dossier sarà distribuito gratuitamente, per via telematica.

Ecco un’anticipazione di alcuni punti del dossier.

– Un campanile, una scuola: una rete di scuole dal sapore antico. La rete delle scuole sul territorio, più capillare di quella delle caserme dei Carabinieri e degli uffici delle Poste, è troppo distribuita, e ogni Comune ha interesse a che la propria scuola sia mantenuta in vita. Tanto i costi del personale sono a carico dello Stato…

Le microscuole: 10 mila scuole (un quarto del totale) hanno meno di 50 alunni. Costano il doppio delle altre. Emblematico il caso di Breme, provincia di Pavia, in piena Pianura Padana: 11 alunni, seguiti da 4 insegnanti e un bidello. Costo per alunno 8.000 euro, contro i 3.305 euro di una scuola standard con 100 alunni.

– Le incongruenze del sistema: 16 mila scuole elementari, 7 mila scuole medie: uno squilibrio da chiarire. Dovrebbero essere teoricamente di quantità uguali, visto che servono in successione la medesima popolazione scolastica, pur essendo “contenitori” di dimensioni diverse, perché le scuole primarie accolgono cinque anni di scolarizzazione. Eppure le primarie sono più del doppio delle medie.

– 1.700 istituzioni scolastiche fuori parametro dimensionale. Sono 1.700 le istituzioni scolastiche fuori norma, perché hanno un numero di studenti inferiore a quello stabilito.

Il tempo prolungato (nella scuola media) è organizzato per 433.000 alunni, ma ne usufruiscono solo 323.000, con 6.500 cattedre di troppo. Dai dati ufficiali sugli iscritti risultano 433 mila alunni di scuola media che frequentano classi a tempo prolungato, mentre dalle rilevazioni integrative del Miur relative alle fasce orarie di frequenza, risultano soltanto 323 mila alunni in classi che hanno orari da tempo prolungato. I 110 mila alunni mancanti sono evidentemente in classi solo fittiziamente a tempo prolungato.

Sei milioni di ore all’anno pagate ma non lavorate. Negli istituti di istruzione secondaria con orario settimanale elevato, gli istituti sono autorizzati da un circolare del 1979, confermata dal contratto a ridurre l’ora di lezione a 45-50 minuti per “cause di forza maggiore” (per esempio mancanza di trasporti ecc.), senza però che i docenti delle classi interessate recuperino le ore non lavorate e regolarmente retribuite.

L’orario facoltativo e opzionale: una rinuncia possibile. La riforma Moratti ha distinto l’orario obbligatorio delle lezioni da quello facoltativo opzionale. Il ministero ha sempre assicurato l’organico per il primo (27 ore settimanali nella primaria e 29 nella secondaria di I grado), assegnando invece risorse per il secondo (3 ore settimanali per la primaria e 4 per la secondaria di I grado) nei limiti consentiti dalle disponibilità di organico. Se il ministero continuerà su questa strada, potrebbe immediatamente assicurare solamente le risorse per l’orario obbligatorio, rimettendo alle scuole la facoltà di individuare in proprio risorse per insegnamenti e attività opzionali.

Si mette a disposizione dei lettori il comunicato stampa integrale di presentazione del dossier e dell’evento.