Documento condiviso per una valutazione educativa

Questo documento nasce dal confronto che abbiamo avuto come docenti che sperimentano forme di valutazione in itinere basate sulla valutazione educativa. Di qui l’idea di definire cosa intendere per valutazione educativa e quali sono i principi di riferimento per chi desidera accogliere questa prospettiva nel suo lavoro di docente.

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La valutazione educativa è una valutazione che educa. Una valutazione che educa è una valutazione che genera benessere negli studenti e nelle studentesse e incide positivamente sullo sviluppo degli apprendimenti perché crea i presupposti metodologici e cognitivi per l’arricchimento delle esperienze future. non tutte le valutazioni scolastiche o universitarie educano, dato che alcune di esse, come quelle che non descrivono punti di forza e di debolezza del lavoro svolto e non offrono indicazioni specifiche per migliorarlo, tendono ad allontanare studentesse e studenti dall’apprendimento. decenni di esperienze e ricerche sul campo hanno consentito di individuare le caratteristiche essenziali di una valutazione che educhi. Questa può essere definita un processo che consente di pervenire a giudizi di valore, emessi sulla distanza tra il livello degli apprendimenti osservato e quello auspicato, in grado di fornire indicazioni utili per la riduzione di tale distanza. Una valutazione che educa descrive i processi, offre a chi apprende indicazioni di lavoro e permette all’insegnante di raccogliere informazioni utili a migliorare la propria didattica.

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Decenni di esperienze e ricerche sul campo hanno evidenziato che a incidere positivamente sugli apprendimenti sono generalmente le valutazioni che offrono riscontri descrittivi rispetto a una specifica prestazione. tali riscontri evidenziano punti di forza e di debolezza del lavoro svolto ed esplicitano chiaramente quali azioni vanno intraprese per migliorarlo. La valutazione educativa non è dunque una valutazione “buonista” ma, al contrario, è obbligata a offrire riscontri rigorosi, usando l’errore come occasione didattica per orientare gli apprendimenti futuri. La valutazione educativa è coerente con lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, che afferma che «lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento». La valutazione è davvero educativa se è considerata una strategia didattica: riteniamo fondamentale non guardare più alla valutazione come un fine che sta alla fine e iniziare a considerarla un mezzo che sta nel mezzo del percorso di insegnamento/apprendimento. per questo motivo, crediamo che sia del tutto illusorio ritenere che cambiando la forma della valutazione e lasciando immutato il resto della didattica si possa incidere positivamente sugli apprendimenti.

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La valutazione educativa è fondata sulla piena partecipazione di studentesse e studenti che si impadroniscono autonomamente dei criteri valutativi come elementi che guidano il proprio apprendimento. da questo punto di vista, forme di attivismo come la valutazione fra pari, l’autovalutazione, la didattica dell’errore e la didattica cooperativa svolgono un ruolo fondamentale.

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Le esperienze e le ricerche sul campo hanno messo in evidenza che, nella valutazione in itinere, la scelta di abbinare i riscontri descrittivi propri della valutazione educativa con voti (numerici o meno che siano) tende a diminuire l’efficacia dell’operazione. I voti, che nella normativa scolastica sono obbligatori soltanto sulla scheda periodica e finale, usati in itinere tendono ad avere un’incidenza nulla o negativa sugli apprendimenti. Nessuna normativa stabilisce un “congruo numero di voti”, ma un congruo numero di valutazioni. Il voto numerico nelle scuole secondarie e il livello nella scuola primaria vanno obbligatoriamente espressi non nella valutazione in itinere ma in quella periodica e finale. Per questo motivo chi applica la valutazione educativa, offrendo in itinere riscontri descrittivi, presenta una proposta di voto in occasione degli scrutini o degli appelli finali. La valutazione educativa o si applica in itinere o perde gran parte della sua efficacia.

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Ritenendo la libertà valutativa condizione essenziale della libertà d’insegnamento, ci opporremo a qualsiasi imposizione di questo o quel metodo di valutazione in itinere. D’altra parte, la nostra libera scelta di ricorrere alla valutazione educativa fornendo in itinere riscontri descrittivi e non voti è unicamente dettata dall’urgenza di usare la valutazione non come mezzo di riproduzione delle disuguaglianze esistenti ma come mezzo di trasformazione della realtà. Infatti, mentre un voto numerico si limita a classificare studentesse e studenti, un riscontro descrittivo fornisce indicazioni utili per impiegare al meglio le conoscenze disciplinari all’interno di attività significative. Riteniamo fondamentali i bisogni e i desideri delle studentesse e degli studenti e il rapporto che esiste tra questi e gli obiettivi e i contenuti proposti. Crediamo che si possano inventare nuove forme di presa di parola, di conduzione degli spazi di riflessione con studenti e studentesse, attraverso il loro coinvolgimento e la loro partecipazione, le loro riflessioni su ciò che li riguarda, ovvero i loro apprendimenti, le loro relazioni e il loro benessere in classe, le riconfigurazioni di relazioni, progetti e nuovi percorsi che la partecipazione di ciascuno determina. In questo senso, crediamo che la valutazione educativa sia anche vera educazione alla cittadinanza ovvero educazione politica. non pretendiamo che tutta la classe docente condivida questa prospettiva pedagogica, culturale e politica.

Di ALESSIA BARBAGLI, DANILO CORRADI, CRISTIANO CORSINI, VALENTINA FELICI, CARLA GUELI, GIULIO IRACI, MASSIMILIANO MANGANELLI, GIULIETTA STIRATI.

Abbiamo dedicato alla valutazione educativa l’intero dossier de La Scuola Che Sogniamo contenuto all’interno del numero 632 di Tuttoscuola. Sfoglialo qui e leggilo tutto

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