Riforma Moratti/1: i Comuni dicono no, anzi sì

Nella Conferenza unificata Stato-Regioni-Città le ultime settimane sono state di fuoco, per una serie di dibattiti e confronti ripetuti con il ministero dell’Istruzione sul parere da esprimere in merito al disegno di legge delega per la riforma del sistema scolastico.
Ha cominciato l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, che già aveva presentato un documento di valutazione complessivamente critico; dopo i primi chiarimenti ricevuti, non ritenendosi soddisfatta, il 4 marzo scorso ha formalmente espresso parere sfavorevole. Ma il 7 marzo, visto che un proprio emendamento (Emendamento integrativo al disegno di legge delega Governativo) sulla questione degli anticipi di iscrizione era stato accolto dal ministro Moratti, ha fatto dietro front e ha detto sì.
L’emendamento presentato dai Comuni e accolto dal ministero prevede sostanzialmente che gli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria saranno possibili a condizione che sussistano le condizioni recettive delle strutture scolastiche per ospitare nuove classi.
Saranno i Comuni, cui spetta per legge la competenza sugli edifici scolastici, a dare il sì definitivo all’accoglimento di nuovi iscritti, laddove si rendesse necessario il ricorso a nuove aule.
Se fino ad oggi i Comuni dovevano trovare comunque soluzione logistica alle variazioni di iscritti, con questo riconoscimento assumono un ruolo attivo all’interno dell’organizzazione dei servizi scolastici.
Dopo il sì a maggioranza delle Regioni (contrarie le sei regioni dell’Ulivo) e quello dell’Anci (Comuni italiani) e dell’Uncem (Comunità montane), la Moratti può guardare con più tranquillità al prossimo Consiglio dei Ministri chiamato ad approvare formalmente il nuovo testo del disegno di legge.