Riforma: il senso di responsabilità delle Regioni

Mentre il  Paese è distratto dai vari “pasticci” elettorali, le Regioni sono alle prese con la riforma della scuola secondaria liceale, tecnica e professionale, che presenta molti elementi di incertezza. Ma non sembra una questione di contrapposizione politica, bensì di ritardi legati al perfezionamento dei relativi regolamenti che, a quanto pare, ad oggi non sono stati ancora firmati dal Presidente Napolitano.

Comunque le Regioni, alle quali obiettivamente non è stato dato tempo di programmare l’offerta formativa sulla base di un iter di approfondimento e di confronto partecipato con le autonomie scolastiche e territoriali, non sembra abbiano intenzione di “forzare” la mano, per evitare di creare confusioni ulteriori.

Il presidente della Regione Marche Gian Maria Spacca sottolinea, infatti, che la sua regione “si è battuta con determinazione perché fossero riconosciuti gli intenti inseriti nella programmazione dell’offerta formativa regionale definita a dicembre dello scorso anno”. L’avvenuta assegnazione di un  liceo musicale a Pesaro offre – ribadisce l’Assessore all’istruzione Benfatti – “una più ricca, qualificata offerta formativa”.

La Regione Toscana – dichiara l’assessore all’istruzione Gianfranco Simoncini – “intende definire il processo di riorganizzazione della rete scolastica con l’avvio dell’anno scolastico 2011-2012. La programmazione dell’offerta formativa di istruzione e formazione per il prossimo anno scolastico dovrà intendersi in via provvisoria, come pedissequa trasposizione delle tabelle di confluenza e delle linee operative definite dal ministero, fatta salva la possibilità per le  istituzioni scolastiche di attivare il 20% di articolazioni del quadro orario, laddove si intenderebbe prevedere in futuro nuovi indirizzi”.

Infine l’Assessore Laurent Vieren della Valle d’Aosta richiama gli ottimi esiti della manifestazione di informazione e orientamento scolastico per studenti e famiglie promossa “per illustrare il riordino del sistema scolastico regionale ed in particolare la dislocazione dei diversi indirizzi sul territorio nonché le caratteristiche del nuovo impianto organizzativo”.