Rientro in classe, il DS D’Ambrosio racconta come sta cambiando la scuola. A Vo’ tra aule a cielo aperto e classi virtuali

Lo scorso febbraio l’IC Lozzo Atestino di Vo‘ è stata una delle prime scuole a chiudere a causa dell’emergenza Coronavirus. Tutti ricordiamo quelle immagini che la vedevano fare da sfondo a uomini in tuta bianca e tamponi in mano, quando la pandemia era solo all’inizio. Immagini che oggi troviamo completamente cambiate: quell’atrio che più volte abbiamo visto nei telegiornali sta diventando ora uno spazio di coworking, gli ambienti scolastici sono flessibili, ospitano laboratori di robotica, monitor grandi su carrello, agorà con sedute morbide e piante per arredo. Ci sono aule a cielo aperto, più funzionali e green. Insomma, una scuola completamente diversa da quella lasciata a febbraio 2020, rivoluzionata, che dialoga con il territorio e approfitta di quello che le offre. Una rivoluzione guidata dal preside dell’Istituto, Alfonso D’Ambrosio che racconta a Tuttoscuola da dove è partito, qual è la sua visione di scuola e perché, in questo momento, è quanto mai importante non restare con le mani in mano.

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Dal 14 settembre tutti di nuovo a scuola. Una bella notizia se non fosse per il fatto che sono ancora tanti gli interrogativi che hanno bisogno di una risposta. Quali sono a suo avviso i problemi più urgenti da risolvere?

“Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un misto tra dichiarazioni, annunci, direttive, buone intenzioni. 
Molti criticano quanto sta avvenendo in queste ultime settimane, anche perché non sembra chiaro come comportarsi. La realtà è che siamo di fronte a una situazione assolutamente nuova, imprevedibili sono i contagi e tante sono le cose ancora da conoscere sul covid-19 ed è quasi “normale” che la rotta gestionale possa cambiare in relazione ai mutevoli eventi esterni. Ma se di Scuola occorre parlare, allora restano delle questioni urgenti e fondamentali da affrontare nei prossimi mesi, su tutte: l’autonomia e il personale scolastico.
Se da una parte l’emergenza Covid ci ha mostrato quanto siano importanti le relazioni con gli enti territoriali, dall’altra ha evidenziato tutte le fragilità dell’autonomia scolastica, una autonomia che stenta a diventare davvero “maggiorenne”. Sarò contro tendenza, ma personalmente preferirei una autonomia anche nella gestione degli edifici, che potrebbero passare in capo alle  istituzioni scolastiche, insieme alla gestione autonoma della mensa e dei trasporti (cosa affatto banale perché se da una parte ci richiedono sicurezza dentro la scuola, dall’altra restano domande su cosa accadrà quei pochi minuti prima dell’entrata a suola). Immagino una scuola che possa avere più risorse, figure tecniche, ma che possa gestire il suo essere scuola, senza troppi slalom tra diversi decisori. Sempre in relazione al Covid, appare chiaro che il problema non sono quei 40 banchi in più, le scuole hanno già arredi, più o meno innovativi, ma il distanziamento, la sicurezza si può garantire con spazi più funzionali e maggiore personale scolastico, che quantificherei in un organico aggiuntivo del 10/15% rispetto a quello attuale a disposizione di ogni istituzione scolastica”.

Visto che molte risposte tardano ad arrivare, molti istituti si stanno organizzando autonomamente. Voi come state organizzando nella sua scuola il rientro in sicurezza? Cosa state facendo per provare a garantire nelle classi il famoso distanziamento di un metro “tra le rime buccali”?

“L’organizzazione autonoma degli Istituti scolastici è fondamentale in questa fase, i monitoraggi, i questionari, servono davvero a poco, perché ogni scuola conosce le proprie criticità, purché siano chiare le direttive.
Noi stiamo immaginando una scuola diversa da come l’abbiamo lasciata a febbraio 2020, e, se da una parte abbiamo dirottato i fondi per l’acquisto di materiali di pulizia, igienizzazione, sicurezza, dall’altra stiamo investendo in arredi innovativi e a basso impatto ambientale, stiamo utilizzando spazi quali atri, ambienti esterni, per ripensare anche al nostro essere scuola e alla nostra offerta formativa. Insomma una scuola tutta che diventa un ambiente di apprendimento stimolante e confortevole.
Le cito due esempi: l’atrio della scuola primaria di Vo’ che tutti hanno conosciuto riempito di uomini in tute bianche e tamponi, diventerà uno spazio di coworking, con ambienti flessibili, laboratori di robotica, monitor grandi su carrello, agorà con sedute morbide e piante per arredo.
La Scuola dell’Infanzia di Cinto Euganeo, grazie ai fondi sull’edilizia leggera, avrà finalmente un’aula a cielo aperto più funzionale e green”.

Ritardo e mancanza di una visione su come tornare sono alcune delle difficoltà con le quali si stanno scontrando in queste settimane le scuole: lei come pensa di aggirare l’ostacolo, sempre che sia possibile farlo?

“Non possiamo aspettare che sia il Ministero dell’Istruzione a darci o dirci qual è la sua visione, non è questo il suo compito. La visione è delle singole istituzioni scolastiche, anzi è uno sguardo sul futuro che va fatto con più occhi: docenti, studenti, genitori, associazioni del territorio, amministratori locali ad esempio.
Noi riteniamo che la scuola debba essere in presenza e, grazie anche ad attente amministrazioni comunali che ci hanno restituito aule dai 45 agli 84mq, riusciamo a garantire l’offerta formativa senza alcuno sdoppiamento di classi, ma nello stesso tempo non vogliamo buttare quanto di buono è stato fatto nella didattica a distanza.
Continueremo ad utilizzare la Piattaforma Microsoft Teams, non solo in vista di un  possibile rientro ma anche per immaginare lezioni nuove: interattive, capovolte. Stiamo lavorando per costituire classi virtuali specifiche. Una classe virtuale dedicata all’on-boarding, una serie di microcontenuti video che faremo insieme ai referenti di plesso e funzioni strumentali per presentare la nostra scuola, i vari plessi, i progetti pluriennali, utile per i docenti tutti, ma in special modo per i nuovi arrivati. Una bussola per capire chi siamo e dove stiamo andando. Poi aule virtuali per supportare gli studenti assenti, per  i compiti estivi,costruendo dei contenuti digitali innovativi ed accattivanti, così come abbiamo fatto negli ultimi mesi. Continueremo con le azioni di smart working intraprese ed immaginiamo riunioni a distanza, più smart e green.
Non so se sia una visione, ma sappiamo dove vogliamo andare da qui ai prossimi 5 anni e la vera differenza sarà sempre nel nostro essere scuola comunità”.

Cosa pensa della possibilità, suggerita dalle linee guida, di appoggiarsi a teatri, biblioteche, musei e cinema per fare didattica?

“Il territorio è fondamentale per una istituzione scolastica e non solo perché il contesto influisce per circa il 70% sul processo di apprendimento, ma anche perché è solo con una azione sinergica che si può passare da una innovazione improvvisata ad una strutturata.
L’IC Lozzo Atestino aveva già una forte progettualità integrata con tutti gli stakeholder del territorio, ma da giugno abbiamo avviato un processo che va sotto il nome di Patto Territoriale, di fatto una lettera di intenti tra Scuola, Comuni, associazioni ed enti del terzo settore del nostro territorio. Da una parte, anche in vista del rientro, stiamo costruendo concertazioni per supportare gli studenti nelle fasi di entrata e uscita dalla scuola, dall’altra vogliamo avviare a settembre una idea nuova di educazione: gli studenti ed i docenti faranno lezioni nei luoghi simbolo dei nostri 3 Comuni. Immagini una lezione di archeologia o di storia in Villa Correr A Vo’ Vecchio, o di scienze nei parchi o nelle fattorie didattiche. Molte cose si facevano già, ma ora il processo è fortemente strutturato ed indirizzato da una vision comune”.

Molti dirigenti stanno pensando di diminuire il tempo scuola, potrebbe essere una soluzione?

“Guardi la norma è chiara, la riduzione del tempo scuola comporta il recupero del tempo ridotto. A meno di deroghe da parte del legislatore, difficile poter immaginare lezioni che iniziano alle 8 e terminano alle 12, anzi non solo non si risolve il problema della sicurezza (distanziamento) in mancanza di organico aggiuntivo, ma avrebbe un impatto sociale enorme, specie con gli studenti più piccoli: le famiglie devono rinunciare ad ore lavorative per stare a casa con i loro figli. La scuola non è solo istruzione, è anche educazione!”.

Parliamo ora delle responsabilità penali e amministrative dei DS che, lo sappiamo, nonostante l’emergenza non sono state per niente alleggerite: l’autonomia delle scuole deve ancora valere sul piano della didattica e della sicurezza?

“Mi piace chiudere con una domanda così importante, che richiama quanto avevo detto all’inizio. Non possiamo pensare di aspettare la notte perché i problemi si risolvano, una vera autonomia presuppone una gestione della cosa pubblica dal basso e se questo significa responsabilità ulteriori (del resto quelle di un Dirigente Scolastico sono note fin da quando si intraprende lo studio per il concorso pubblico), allo stesso tempo occorre anche fornire degli strumenti, in primis risorse, affinché il Dirigente Scolastico, e tutta la comunità scolastica, possa lavorare con serenità ed autonomia.
Ad esempio, non possiamo rispondere in merito alla sicurezza di un edificio su cui non possiamo neppure investire su lavori quali la tinteggiatura o la sistemazione di un impianto elettrico (tanto per citare cose banali).
Non mi preoccupano le responsabilità, ma mi preoccupa non avere gli strumenti per agire (strumenti che la Scuola saprebbe gestire al meglio, dimostrandosi, di fatto, una pubblica amministrazione che ha sempre lavorato in maniera eccellente), penso quindi ad una vera riforma del middle management scolastico, alla gestione autonoma degli edifici (riforma davvero importante anche se complessa, perché tocca aspetti importanti quali autonomia e sussidiarietà) , una segreteria con più unità di personale, ma anche con più compiti, ad uno snellimento della burocrazia
La Scuola, la Scuola nostra, è ambiente confortevole, è luogo di cura della persona, è spazio educativo, è visione di futuro, è luogo di sperimentazione e di creatività, è autonomia didattica.
Abbiamo affrontato sfide importanti negli anni passati e la scuola c’è sempre stata, ce la faremo anche ora, e ne uscirà una scuola migliore. Migliorata e cambiata. Insieme. Crediamo sia possibile”.

Come pensare al rientro in classe tra sicurezza e innovazione

In questi giorni gli esperti di Tuttoscuola stanno provando a capire come riorganizzare gli spazi in vista della ripartenza e a immaginare  cosa ci attenderà una volta rientrati a scuola. Tutto questo considerando che la ripresa dell’attività scolastica in presenza,  oltre alla necessità di presidiare gli aspetti organizzativi, può divenire occasione per rilanciare su modalità didattiche innovative. E’ infatti partito il nuovo percorso che Tuttoscuola ha preparato in vista del ritorno a scuola del prossimo settembre: “LA SCUOLA CHE VERRA’. Come pensare al rientro in classe tra sicurezza e innovazione” (clicca qui per sapere di cosa abbiamo parlato nel primo webinar).

LA SCUOLA CHE VERRA’. Come pensare al rientro in classe, tra sicurezza e innovazione” è un percorso di 3 webinar in diretta utili a orientare dirigenti scolastici e docenti sul ritorno a scuola di settembre prossimo. Un totale di circa 8 ore di accompagnamento-formazione.
 
La struttura dei webinar permette un alto livello di interazione tra candidati e soprattutto con i docenti relatori. Attraverso la possibilità di chiedere approfondimenti, chiarificazioni e spiegazioni, i nostri corsisti possono prepararsi al rientro in classe in maniera più chiara e diretta, godendo della flessibilità che il webinar propone.
 
Nel corso dei webinar parleremo di:
 
– Come tornare a scuola in sicurezza sfruttando al massimo ogni opportunità pedagogica per presentare una scuola migliore;
– come rilanciare la scuola puntando su modalità didattiche innovative;
– come far quadrare le difficoltà organizzative;
– come tornare a scuola nel primo e nel secondo ciclo.

E molto altro ancora!

Scopri il nuovo percorso sul ritorno a scuola

È possibile acquistare il corso “LA SCUOLA CHE VERRA’. Come pensare al rientro in classe, tra sicurezza e innovazione“, aderendo contestualmente alla Membership di Tuttoscuola.

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