Referendum/2. Su quali contenuti?

Anche i dubbi sollevati sul contenuto del referendum sono numerosi. Cosa si intende esattamente sottoporre a referendum? Può il decreto n. 137, ora convertito in legge, essere considerato una “riforma”? E quali sarebbero i punti di essa da sottoporre a referendum? Di sicuro non l’introduzione nella scuola della nuova materia “Cittadinanza e Costituzione” o il ritorno ai voti decimali o la bocciatura per cattiva condotta.

Resterebbe in pratica solo il quesito riguardante il ripristino del “maestro unico“, che poi, come è già fin d’ora chiaro e come si vedrà al momento della sua attuazione (1° settembre 2009), unico non sarà, e potrebbe portare a un sensibile incremento del “tempo pieno” (due maestri per classe). Fra l’altro il referendum, per motivi tecnici, non potrebbe tenersi che nell’aprile 2010, in un quadro generale e in un clima verosimilmente diversi da quelli di oggi. Un appuntamento lontano. E con un elevato costo politico.

In realtà l’Onda era (è) rivolta in larga misura verso i tagli a scuola, università e ricerca contenuti nella legge 133/2008 (ex decreto legge 112), cioè in un provvedimento di carattere finanziario, che a norma della Costituzione non può essere sottoposto a referendum. Così stando le cose, la cosiddetta riforma Gelmini come oggetto di referendum fungerebbe da parafulmine, da falso obiettivo – o meglio da obiettivo simbolico – di una battaglia campale contro la politica economica del governo. Ma può, una battaglia di questo genere, attendere il 2010?