Rapporto Bertagna: che fine faranno le mense scolastiche?

Meno ore obbligatorie di lezione durante la settimana e la scomparsa del “tempo pieno”, ma anche, quindi, dei servizi di mensa scolastica?
Lo studio approfondito delle proposte della Commissione Bertagna non ha risparmiato sorprese e continua a suscitare domande: in questo nuovo quadro organizzativo, che fine farebbero le mense gestite attualmente dai Comuni? Se è vero, infatti, che la riduzione dell’orario scolastico a 25 ore settimanali avrà come conseguenza lo svolgimento delle lezioni (obbligatorie) nell’orario del mattino ed anche, con ogni probabilità, la settimana corta con la chiusura delle scuole al sabato, la domanda diventa d’obbligo: tale riduzione dell’orario metterà in discussione la necessità delle mense scolastiche?
Non è un caso, certamente, che proprio il tema delle mense e del tempo pieno siano stati al centro del confronto che proprio la commissione ha avuto il 5 dicembre con i rappresentanti degli Enti locali (ANCI e UPI), alla presenza del sottosegretario on. Valentina Aprea. Quali i contenuti dell’incontro? I Comuni, proprio per il diretto coinvolgimento che hanno nella gestione dei servizi di mensa per il tempo pieno delle scuole elementari (573 mila alunni), per il tempo prolungato delle medie (482 mila) e, in molti casi, anche del tempo a modulo delle elementari con rientri pomeridiani (400-500 mila alunni), hanno chiesto di conoscere la portata dell’innovazione organizzativa della nuova scuola, per valutare le possibili incidenze sulla gestione dei servizi.
La commissione ha fatto intendere che il nuovo modello di scuola non ha specificamente considerato il tempo per i servizi di supporto all’attività didattica.
Torna a questo punto, la domanda iniziale: rebus sic stantibus, si deve dedurre che cade l’obbligo di organizzare la refezione scolastica da parte dei Comuni? La mensa diventerebbe un servizio individuale a domanda, non necessariamente funzionale al servizio scolastico? La novità non sarebbe da poco.
Se, infatti, cadesse l’obbligo di organizzare il servizio mensa per gli alunni, i Comuni si ritroverebbero senza dubbio con un notevole risparmio di spesa, ma anche con la certezza di una pesante contestazione del milione e mezzo di famiglie che si vedrebbero private di un importante servizio.