Psicologo, Bianchi: ‘A supporto dell’intera scuola. Ma non può sostituirsi all’insegnante’

Importante lo psicologo a scuola, ma non deve sostituirsi all’insegnante. E’ questo uno dei punti su cui si è focalizzato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso dell’audizione alla Camera a Palazzo San Macuto sulle attività di tipo familiare che accolgono i minori che si è svolta lo scorso 17 febbraio. “La scuola oggi è in presenza – ha detto il Ministro – una cosa che ho voluto con testardaggine, perché molti ragazzi sono oggi in una condizione di malessere e bisogna guardarsi negli occhi per capire che si sta male. Il primo presidio è il rafforzamento e la formazione dei nostri insegnanti anche nell’ambito della discussione sulla riforma del reclutamento la formazione iniziale deve strumentare l’insegnante non solo ad essere solidi nella disciplina e nella didattica della disciplina ma anche in queste capacità. Io non sono contrario allo psicologo a scuola, ma non può sostituirsi alla funzione dell’insegnante, può fare da supporto e sostegno”.

Lo psicologo? Non pensiamo che possa sostituirsi all’insegnante, può solo essere un supporto. E qui esiste il problema fondante della formazione. Perché il docente deve poi potere domandare aiuto al tecnico specifico di cui si può disporre. Io vedo lo psicologo di supporto all’intera scuola – ha continuato Bianchi –. Laddove vi sia bisogno l’accompagnatore del ragazzo può essere sempre lo psicologo ma la funzione principale spetta al consiglio di classe, con il sostengo del preside, lo psicologo è una funzione di sistema che affronti anche singoli casi poi sostenuti da uno specialismo”.

“Credo sia importante riaffermare la centralità della scuola pubblica che deve garantire a tutti non solo l’istruzione ma anche la partecipazione alla comunità e alla sua vita. I bambini e i ragazzi che vivono l’affidamento hanno sofferto e per questo la scuola è così importante; la scuola non vuole e non deve surrogare la famiglia o la società, la scuola è la scuola e nel nostro ordinamento è quel principio fondante per cui tutti hanno il diritto di fare parte di una prima comunità che è la scuola. Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni fuori dalle famiglie di origine del 2017 è importante, segna il ruolo della scuola e della famiglia”, ha spiegato Bianchi.

“Su tema bambini in condizioni di affidamento, abbiamo bambini e ragazzi che hanno fragilità che rischiano segnarli per tutta la vita. La scuola è importante non perché si sostituisce alle famiglie, la scuola è scuola, è prima comunità in cui ognuno noi inserito. Quello che rende la scuola unica è il capire che si sta male: anche questo è il ruolo dell’insegnante”. 

“L’ultima analisi che abbiamo, del ’19 – ha detto ancora il ministro –segnalava oltre 27.608 minori collocati fuori dalla famiglia, al netto dei minori stranieri non accompagnati. Di questi poco metà circa sono in affidamento familiare, circa 14mila vivono nei servizi residenziali per i minorenni. Ci sono situazioni diverse quindi. Serve una attenzione particolare per i minori fuori famiglia, perché la loro condizione non si traduca in abbandono scolastico”, ha aggiunto Bianchi, ricordando che “su una media europea del 10% in Italia l’abbandono è del 14% ma nelle periferie urbane del sud è 3 volte sopra la media. Serve infine forte assistenza alla famiglia che accoglie il bambino affidato”.

 “La scuola è comunità – ha concluso il Ministro -, i bambini che hanno avuto difficoltà proprio in ambito familiare, una scuola che sia comune e aperta e universale credo che sia elemento fondamentale, la scuola è palestra di comunità e così deve essere”.

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