Verso le elezioni: le proposte per la scuola di Azione e +Europa

Continuiamo a vedere le proposte per la scuola dei principali partiti politici in vista delle prossime elezioni. Il documento programmatico “Patto repubblicano”, intitolato “Appello ai politici e ai cittadini per la ricostruzione dell’Italia”, è articolato in 14 punti. Riportiamo qui di seguito le proposte per la scuola di Azione e +Europa contenute nel punto 9, dedicato al tema Istruzione e ricerca, nella versione pubblicata dal sito di Azione (cliccare qui per leggere l’intero documento). La recente decisione di Carlo Calenda, leader di Azione, di partecipare alle elezioni con una lista autonoma ha provocato lo scioglimento dell’accordo con Europa+ di Emma Bonino, che ha invece scelto di confermare l’alleanza elettorale con il Partito Democratico. Il programma “scolastico” di Azione non dovrebbe tuttavia subire sostanziali variazioni.

  1. Contrasto all’analfabetismo funzionale, alla dispersione scolastica, al fenomeno dei NEET e alle “pessime performance in lettura e matematica rispetto agli standard internazionali, in particolare al Sud”.
  2. “Piani shock” di intervento nelle “aree di crisi sociale complessa” nelle quali va ridotto il numero di alunni per classe e devono essere inviati i migliori insegnanti adeguatamente retribuiti.
  3. Più tempo a scuola: tutti i bambini delle scuole primarie statali devono avere diritto al tempo lungo, 40 ore di scuola ogni settimana.
  4. Innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni.
  5. Rafforzamento dell’insegnamento dell’educazione civica e istituzionale in tutti i programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado per insegnare a tutti gli studenti il funzionamento della Repubblica e dell’Unione Europea.
  6. Rispetto del “diritto della libertà di scelta educativa” in parallelo con l’esecuzione degli investimenti nella scuola pubblica previsti dal PNRR.
  7. Maggiore coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo economico da parte del Ministero dell’Istruzione nel coordinamento, da parte di quest’ultimo, degli ITS al fine di rafforzare il loro legame con il tessuto imprenditoriale.
  8. Raddoppio degli investimenti nella ricerca di base e applicata fino a raggiungere l’1,1% del PIL entro 5 anni. (O.N.)

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