PNRR, un modello pronto per l’uso a cui ispirarsi per Scuola 4.0

Con il progetto “La scuola che sogniamo” da molto tempo Tuttoscuola presenta esperienze di eccellenza di istituti scolastici che sono riusciti a realizzare modelli educativi innovativi ed efficaci, frutto di una scuola ripensata nei tempi, negli spazi e nei modi. Una scuola in grado di passare dall’insegnamento trasmissivo all’apprendimento coinvolgente.

Proprio quei modelli che possono essere ora preziosi per inquadrare i progetti del PNRR in una prospettiva strategica, curando gli aspetti metodologici.

Bisogna infatti partire da una visione, dal modello pedagogico e didattico che si vuole realizzare, e poi ridisegnare di conseguenza i processi e implementare i progetti, mettendo i fondi disponibili al servizio del modello e non la spesa delle risorse come obiettivo di un adempimento obbligato.

Ma come si diventa una scuola “da sogno”, che possa porsi come un riferimento per altre che eventualmente vogliano intraprendere un percorso simile?

Non è un percorso che si improvvisa, serve un know-how specifico.

Tuttoscuola ha messo a punto un format di accompagnamento che si fonda sull’esperienza di scuola digitale, coinvolgente e creativa attuata dall’IC Ungaretti di Melzo, istituto di riconosciuta eccellenza per l’innovazione metodologica, didattica e organizzativa, con un altissimo grado di soddisfazione da parte di studenti e genitori, un elevato benessere del personale e risultati Invalsi eccellenti.

Si tratta di un’esperienza arrivata allo stadio di vero e proprio ‘sistema’: non riguarda un unico grado di scuola, un’unica classe o gruppi di classi, ma è un vero ‘progetto di scuola’ (per saperne di più sulle principali caratteristiche cliccare qui).

L’Ungaretti utilizza iPad, droni, robot, green screen e realtà aumentata. Sono gli strumenti tecnologici al centro del progetto? No.

Il lavoro principale è sulle metodologie didattiche, sull’organizzazione, il tutto all’insegna della creatività e del coinvolgimento attivo. Il digitale viene alla fine del percorso, è uno strumento, peraltro irrinunciabile con i nativi digitali”, afferma la dirigente scolastica Stefania Strignano.

Esteso il ricorso alla didattica laboratoriale. “La differenza la fa l’approccio didattico dell’insegnante: lo studente al centro e l’attività quotidiana nasce anche dalle domande degli studenti. Soprattutto in scuola dove la presenza di alunni stranieri e con bisogni educativi speciali è molto rilevante, credo che non si possa non scegliere la metodologia della didattica laboratoriale. Solo così si motivano gli studenti e si lavora per un loro successo formativo”.

Le scuole interessate a saperne di più per orientare i progetti per il Pnrr da presentare entro il 28 febbraio pv, e ad essere accompagnate nell’introduzione di questo modello avvalendosi del format di trasformazione accelerata e di accompagnamento predisposto da Tuttoscuola possono scrivere a formazione@tuttoscuola.com per una consulenza gratuita.

Per approfondimenti:

La scuola digitale, creativa e coinvolgente
– Cisl Scuola accoglie la sfida dell’innovazione: Ivana Barbacci in visita all’IC Ungaretti di Melzo
– 12 scuole della provincia di Trento alla scoperta dell’IC Ungaretti di Melzo
– Bianchi, l’orientamento e la scuola digitale: ‘Quei fantastici bambini dell’Ungaretti di Melzo…’

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