Leadership emotiva, perché è importante per creare un ambiente di apprendimento sereno

Di Samuela Camelliti (Genio Net)

Prima di tutto, è importante comprendere cosa significhi essere un leader nel contesto educativo. La leadership non implica semplicemente una posizione di autorità, ma la capacità di guidare gli altri attraverso l’esempio, l’empatia e la comprensione. In qualità di insegnanti, siamo leader naturali nelle aule: non solo guidiamo il processo di apprendimento, ma influenziamo anche lo sviluppo personale e sociale dei nostri studenti.

Il concetto di leadership emotiva deriva direttamente da quello di “Intelligenza Emotiva”, che Daniel Goleman ha esplorato nei suoi scritti. La leadership emotiva si focalizza sulla capacità di un leader di riconoscere, comprendere e influenzare le emozioni degli altri. Nel contesto della scuola, ciò significa essere in grado di leggere le esigenze emotive degli studenti e rispondere in modo adeguato.

Leadership emotiva: perché è importante?

L’insegnamento è un’attività stressante che, come ben sappiamo, non implica solo la trasmissione di contenuti, ma anche l’efficacia del nostro stile comunicativo e la capacità di gestire sia la classe sia i singoli alunni in situazioni più o meno sfidanti, che possono andare dalla scarsa attenzione mentre spieghiamo alla mancanza di rispetto verso di noi o i compagni.

La leadership emotiva ha, dunque, come primo obiettivo migliorare la qualità delle nostre emozioni in contesti che ci mettono alla prova e, di riflesso, influenzare il comportamento della classe e dei singoli in modo da creare l’ambiente di apprendimento più sereno possibile per tutti.

I tre pilastri della leadership emotiva

Vediamo più nel dettaglio quali sono gli aspetti su cui lavorare per potenziare la nostra leadership emotiva in classe.

Gli elementi essenziali sono 3:

1. consapevolezza di sé;
2. gestione delle emozioni;
3. empatia.

1. Consapevolezza di sé

La possiamo definire come la capacità di comprendere le proprie emozioni, i propri punti di forza, debolezze, valori e impatto sugli altri.

Facciamo un esempio: potremmo notare che ci sentiamo particolarmente affaticati durante le lezioni pomeridiane e che questo influisce negativamente sul modo in cui gestiamo la classe. Riconoscendo questo schema, possiamo cercare strategie per gestire il nostro stress o ristrutturare le lezioni per mantenere un livello di energia positivo.

A tal fine, ci sono degli esercizi pratici e veloci che possiamo fare. Ve ne cito 2:

1. Teniamo un diario delle emozioni: annotiamo ogni giorno le emozioni provate durante le lezioni e cerchiamo eventuali schemi ricorrenti che ci generano stress.
2. Auto-riflessione quotidiana: dedichiamo cinque minuti al giorno per riflettere su ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato in classe.

2. Gestione delle emozioni

Si riferisce alla capacità di regolare le nostre emozioni e di mantenere l’equilibrio emotivo, influenzando positivamente l’ambiente di apprendimento.
Per esempio, potremmo accorgerci che una discussione in classe sta diventando troppo accesa.
Decidiamo, pertanto, di fare una breve pausa per permettere sia a noi che agli studenti di riacquistare calma e focus.
Se lo riteniamo opportuno, possiamo anche fare degli esercizi di role-playing, simulando situazioni di tensione in classe e allenandoci insieme ai ragazzi a gestire le dinamiche con calma.

3. Empatia

L’empatia è la capacità di comprendere e condividere i sentimenti di un altro individuo.

Ci possiamo, ad esempio, accorgere che uno studente è visibilmente turbato e possiamo prenderci un momento per parlare con lui dopo la lezione. Potremmo scoprire che lo studente ha avuto una mattinata difficile a casa e offrirgli supporto, dimostrando comprensione e preoccupazione. Anche se il nostro alunno non dovesse aprirsi con noi, percepirà la sincerità del nostro interesse.

Ascolto attivo: durante le discussioni in classe, ascoltiamo gli studenti mostrando interesse genuino per le loro opinioni, chiedendo chiarimenti o riformulando ciò che gli alunni dicono per assicurarci di aver compreso.

Facciamo ancora qualche esempio pratico:

– Domande fuori tema
Ci accorgiamo di sentirci irritati quando gli studenti fanno domande fuori tema. Potremmo gestire la situazione così:

1. Riconosciamo e accettiamo la nostra irritazione senza giudicarci.
2. Facciamo una breve pausa per ricollegarci al momento presente.
3. Rispondiamo con calma, spiegando l’importanza di rimanere in tema o pianifichiamo un momento separato per discutere altre questioni.

– Brutto voto
Un studente è turbato perché ha ricevuto un brutto voto. Ecco come potremmo usare l’empatia per gestire la situazione:
1. Ascoltiamo il suo sfogo senza interrompere.
2. Mostriamo comprensione e convalida delle sue emozioni dicendo qualcosa come “Capisco che ti senti frustrato, è normale sentirsi così”.
3. Discutiamo insieme strategie per migliorare o capire cosa non ha funzionato.

– Demotivazione degli studenti
Gli studenti sembrano demotivati durante una lezione particolarmente difficile.
Come potremmo motivarli?

1. Riconosciamo il loro impegno, anche se i risultati non sono ancora visibili.
2. Chiediamo loro che cosa in particolare li mette in difficoltà e cosa pensano che li aiuterebbe a capire meglio: più ausili visivi? Una mappa mentale che divida il processo nei singoli passaggi? Dei video sulle applicazioni di quello che stanno studiando? Più esempi?
3. Chiariamo bene le nostre aspettative sulla comprensione dell’argomento e rispieghiamolo subito nella maniera più semplice possibile, chiedendo ai ragazzi se hanno percepito un miglioramento nella comprensione.
4. Inseriamo elementi di gioco o competizioni amichevoli per aumentare il coinvolgimento della classe.

Più a lungo termine, potremmo, inoltre, introdurre due abitudini:

Obiettivi Settimanali: aiutiamo gli studenti a stabilire piccoli obiettivi settimanali e monitoriamo i loro progressi.
Riconoscimenti: creiamo un sistema di riconoscimenti per celebrare i successi degli studenti, anche i più piccoli.

Inizialmente, la leadership emotiva potrebbe sembrarci solo un ulteriore sforzo da parte nostra e non dare da subito i risultati attesi: ricordiamoci, tuttavia, che ogni cambiamento di approccio richiede un tempo di apprendimento, da parte nostra e da parte della classe, prima di diventare la nuova “normalità”.

Non sottovalutiamo il fatto che gli studenti capiscono subito il nostro cambio di atteggiamento. I tempi di acquisizione di una nuova abitudine da parte del cervello generalmente sono di 3/4 settimane, ma potremmo essere favorevolmente colpiti da una risposta più incoraggiante del previsto da parte della classe nel suo complesso, per quanto alcuni possano fare più resistenza al cambiamento, per quanto positivo.

Nel prossimo articolo (che pubblicheremo nei prossimi giorni), vedremo nello specifico il valore della leadership emotiva nella gestione delle 3 tipologie di conflitto che possono sorgere in aula: tra alunno e alunno, tra alunno e docente, tra la classe e il docente.

Ancora una volta, ci accorgeremo che le soluzioni sono semplici, non facili: i passi da seguire di per sé non sono complicati. Metterli in pratica sistematicamente e avere la pazienza di sopportare la frustrazione se non raggiungiamo subito gli obiettivi che ci siamo prefissati richiede, invece, una competenza che alleneremo in uno dei prossimi articoli: la resilienza.

 

Chi è l’autore dell’articolo

Genio Net
Genio Net è una rete di imprese e coordina il lavoro delle società che diffondono il metodo Genio in 21 giorni nelle 36 sedi in Italia e 15 all’estero, che hanno scelto di adottare il metodo di apprendimento efficace “Genio in 21 Giorni”, grazie al quale sono erogati quasi 550 corsi all’anno.
La missione di tutto lo Staff è far rinnamorare le persone dello studio permettendogli di raggiungere i risultati cui aspirano nel campo dell’apprendimento e dell’acquisizione di nuove conoscenze, anche nel mondo del lavoro.
Il metodo “Genio in 21 Giorni” ha aiutato 42.000 studenti a risolvere questo tipo di problemi, ed è approdato con successo anche in Svizzera, Spagna, Inghilterra e Stati Uniti.

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