12 scuole della provincia di Trento alla scoperta dell’IC Ungaretti di Melzo
“Una scuola che suscita stupore e stimola una riflessione approfondita”
Una delegazione di dodici scuole della provincia di Trento in visita all’Istituto Comprensivo Statale G. Ungaretti di Melzo, scuola di riconosciuta eccellenza per l’innovazione metodologica, didattica e organizzativa.
Dodici dirigenti scolastici, 12 docenti, guidati dalla sovrintendente scolastica della provincia autonoma di Trento Viviana Sbardella, insieme a tre componenti del suo ufficio (incluso un amministrativo, “perché anche chi si occupa della parte amministrativa deve avere cognizione del modello organizzativo e didattico”) hanno deciso di venire a conoscere da vicino, lunedì 3 ottobre, questo modello di scuola, partendo da un interrogativo: come si è arrivati ad essere una scuola di riferimento per l’innovazione, con un altissimo grado di soddisfazione da parte di studenti e genitori, un elevato benessere del personale e risultati Invalsi eccellenti?
“Ci si arriva se si ha una visione, una precisa idea di scuola nella testa e la ferma volontà di metterla in pratica. Vi racconto di una scuola che alcuni anni fa non era questa…”: così la dirigente scolastica, Stefania Strignano, apre la presentazione del lungo cammino fatto dall’istituto di Melzo, un percorso che ha avuto inizio 8 anni fa e che ha portato una scuola “demotivata”, in reggenza per anni, a diventare un modello di successo fondato sulla valorizzazione del personale scolastico e sulla centralità dell’alunno nel processo di apprendimento.
In questa scuola non ci sono cattedre, né lavagne di ardesia, gli ambienti di apprendimento collaborano a una didattica fortemente laboratoriale, inclusiva, fondata sulla multidisciplinarità e sull’inglese (con insegnanti madrelingua, grazie anche all’illuminato sostegno del Comune) e supportata dalla tecnologia: “Il lavoro principale è sulle metodologie didattiche, sull’organizzazione, il tutto all’insegna della creatività e del coinvolgimento attivo. Il digitale viene alla fine del percorso, è uno strumento, peraltro irrinunciabile con i nativi digitali”, sottolinea la preside.
Presente all’incontro anche l’assessore all’istruzione del comune di Melzo, la prof.ssa Sara Cannizzo, e il direttore di Tuttoscuola, Giovanni Vinciguerra, che ha ricordato l’impegno della testata, nonché ente di formazione accreditato MI, nel raccontare esperienze di scuola come quella di Melzo nell’ambito delle iniziative de “La scuola che sogniamo”, così da favorire la diffusione di modelli di scuola virtuosi e attivare processi di contaminazione positiva.
Come nel caso dell’IC Posatora Piano Archi di Ancona, con il quale a marzo 2022 grazie alla collaborazione di Tuttoscuola e dell’IC Ungaretti è stato avviato, ed è in corso, il processo di trasformazione metodologica e digitale nell’ambito del progetto finanziato dalla regione Marche #PodestiForFuture.
Creatività, passione, valorizzazione delle attitudini sono state alcune delle parole chiave della mattinata di incontro del 3 ottobre. Ma presto le parole hanno lasciato spazio ai fatti: dirigenti e docenti trentini hanno potuto osservare alunne e alunni della primaria e della secondaria di primo grado dell’istituto svolgere e raccontare le normali attività didattiche che accompagnano la loro quotidianità scolastica con il supporto di iPad, droni, robot, green screen e realtà aumentata.
“Abbiamo visto una scuola che suscita stupore e stimola una riflessione approfondita”, commenta Viviana Sbardella al termine della visita. “Non è possibile il ‘copia e incolla’, naturalmente, ma abbiamo visto un modo di lavorare interessante. Sono rimasta affascinata dal ragionamento che bambine e bambini sono in grado di fare ad alta voce, la loro capacità di ragionare sulle cose che fanno. Sono convinta che la personalizzazione, la capacità di permettere loro di fare attività coerenti con il loro stile di apprendimento sia la carta vincente per dare agli insegnanti gli strumenti per gestire questa complessità. Lo strumento digitale permette meglio di altri questa possibilità”.
La delegazione trentina ha seguito con grande attenzione. Si è notato come un sistema scolastico che ha molto da insegnare al resto del Paese e non solo, sia curioso e desideroso di conoscere altre realtà che hanno saputo innovare e raggiunto risultati significativi.
“Avremo modo di riflettere su quello che abbiamo visto”, ha concluso la Sbardella, che sta coordinando da mesi anche l’introduzione di un sistema di sviluppo professionale dei docenti della provincia di Trento.
Chissà se da questa riflessione nascerà la volontà di abbracciare questo modello e provare a seguirlo, avvalendosi anche dei fondi che il PNRR ha previsto per le scuole nell’ambito del piano contro la dispersione scolastica e le povertà educative e per superare i divari territoriali e del piano Scuola 4.0.
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