PNRR Stem, multilinguismo e transizione digitale/1. Svolta epocale o corsa contro il tempo?

La chance di svolta per il sistema scuola è di quelle epocali, lo abbiamo scritto tante volte: l’ammontare di risorse economiche oggi – tra 2024 e 2025 – destinate al sistema di istruzione e formazione è sicuramente imparagonabile rispetto a qualsiasi altro intervento simile nel passato. Detto in soldoni: mai la scuola italiana si è vista ‘piovere addosso’ capillarmente miliardi di euro a così stretto giro di posta.

Dopo le prime misure destinate al rinnovo infrastrutturale (con vincolo di acquisto di attrezzature e arredi sia per le scuole sprovviste che per quelle già con dotazioni allo stato dell’arte), a seguire rispetto ai primi fondi per gli studenti di realtà connotate da marcata dispersione e alto tasso di drop out, adesso è il turno della ‘formazione a pioggia’ per tutti. Studenti e docenti del Bel Paese da Nord a Sud, dalle Regioni ‘ricche’ a quelle ‘povere’ e agli ultimi gradini delle graduatorie, le scuole pubbliche statali e non statali di ogni ordine e grado beneficeranno di centinaia di migliaia di euro ciascuna per preparare studenti e docenti.

Quali i focus individuati da chi governa il sistema? Le discipline scientifiche e le lingue per gli studenti, soprattutto in ottica orientativa ai successivi sentieri di carriera; le metodologie più innovative e avanzate, ancora una volta le lingue, le STEM e i metodi CLIL, sia sotto forma di corsi che di workshop laboratoriali, anche per attivare scambi professionali in autentiche Comunità di Pratica, per i docenti – Avvisi Stem e multilingue e Transizione digitale, rispettivamente D.M. 65 e 66/2023.

Tutto bene, quindi.

A una visione esterna e per i non addetti ai lavori sicuramente sì, certamente la percezione è quella di una storica occasione di svecchiamento di una istituzione, non a torto spesso criticata come immobile, poco incline al cambiamento, ancorata al passato, dicotomica tra generazioni di docenti e studenti sempre più distanti, quasi mondi incomunicabili. Tra gli addetti ai lavori il fronte, invece, è articolato tra entusiasti e detrattori: sicuramente l’ansia per il raggiungimento dei target è forte e non aiuta l’assenza a tutt’oggi di indicazioni operative chiare e non ambigue. La mancanza di chiarezza non aiuta, insomma, a sviluppare una visione di insieme coerente e prospettica che smentisca le critiche e i tentativi di boicottare gli input di cambiamenti, avvertiti da qualcuno come forzosi, imposti dall’altro e ‘dall’Europa’ in modo unilaterale.

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