Osa sapere: una sfida per l’Italia
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“Contro la paura e l’ignoranza” è il sottotitolo di un piccolo grande libro, un pamphlet di meno di novanta pagine, intitolato “Osa sapere” (edizioni Solferino-RCS), che il latinista Ivano Dionigi, già rettore dell’Università di Bologna dal 2009 al 2015, ha dedicato ai giovani in forma di esortazione allo studio, ma più ancora, crediamo, alla classe dirigente del Paese in forma di ammonimento affinché si renda conto di quanto sia stata e continui ad essere disastrosa per il Paese – per il suo benessere materiale e anche immateriale, morale – la sottovalutazione dell’importanza della cultura e degli investimenti in istruzione volti ad innalzarne il livello.
Se il livello culturale medio dei cittadini-elettori italiani fosse più elevato, sostiene Dionigi, anche la qualità del modello democratico del nostro Paese sarebbe migliore, nel senso che la partecipazione ai processi politici e decisionali sarebbe più informata e consapevole, e minore la propensione a fidarsi di politici abili nell’uso demagogico e semplificatore della parola in questo “tempo della retorica totale” (una tesi sviluppata sul piano politologico anche da Maurizio Ferrera in un articolo di fondo pubblicato sul ‘Corriere della Sera’ del 20 giugno 2019, intitolato “La base dei partiti populisti”). La cultura, insomma, come antidoto all’ignoranza e alla paura, alla cui origine sta spesso proprio l’insicurezza che deriva dall’ignoranza.
Quanto al tipo di politica scolastica che sarebbe a suo giudizio imprescindibile per innalzare il livello culturale, il ‘sapere’ degli italiani, Dionigi raccomanda di evitare la “riformite”, “un terremoto continuo di riforme e riformette”, e di puntare piuttosto sulla ricomposizione tra il sapere tecnologico, che “capta il novumdel presente”, “ha lo sguardo rivolto avanti”, “si inscrive nello spazio” e “rincorre i mezzi”, e il sapere umanistico “che conosce il notum della storia”, “guarda avanti e indietro”, “si distende nel tempo” ed “esplora i fini”. Un sapere integrale, quello che i Greci chiamavano paidéia, una formazione completa, “circolare” (enkyklios), che metta i giovani al riparo dalle insidie insite nella “signoria del presente”.
Ma l’analisi storico-culturale di Ivano Dionigi va oltre i confini dell’Italia, come vediamo nella notizia successiva.
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