Buona Scuola, oltre i decreti

Gli otto decreti legislativi non sono ancora stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, ma nel mondo sindacale si guarda avanti e si pensa già a come controllarne l’applicazione e, se possibile, a contrattarne la gestione.

I decreti avranno bisogno, infatti, di appropriati atti amministrativi da parte del Miur per dare loro concreta attuazione e i sindacati hanno già messo le mani avanti per rivendicare, in proposito, un ruolo non di semplice spettatore nella fase applicativa, come invece era avvenuto nella lunga fase di definizione della Buona Scuola.

Lo ha fatto capire chiaramente Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola che, a conclusione del commento in chiaro-scuro dei decreti, ha dichiarato: “la Cisl Scuola ritiene indispensabile che rimanga aperto e attivo, anche dopo la definitiva approvazione dei decreti, il confronto con l’Amministrazione sugli atti che sarà necessario predisporre ai fini di una loro concreta attuazione; resta più in generale, per tutto ciò che comporta ricadute sulle condizioni di lavoro del personale, la nostra richiesta di ricondurle pienamente all’ambito della contrattazione, in linea con l’intesa del 30 novembre”.

Altrettanto chiaro Pino Turi, segretario generale Uil Scuola: “Valuteremo le conseguenze concrete dell’impianto delle deleghe sulla comunità scolastica e le ricadute sul personale, in termini di diritti e doveri di natura contrattuale. Su questo punto abbiamo un orizzonte chiaro: vale l’accordo Governo –sindacati del 30 novembre, che troverà piena attuazione con l’approvazione del nuovo testo unico. Questo significa che le materie oggetto di contrattazione vanno riportate al contratto di lavoro”.

È la conferma della svolta impressa dall’accordo di fine novembre tra Governo e Confederazioni sindacali, di cui la ministra Fedeli è stata chiaramente interprete già in occasione dell’intesa sulla mobilità del personale scolastico.

C’è da augurarsi che in questa nuova fase che si annuncia per le relazioni sindacali gli interessi dei lavoratori e i diritti degli alunni siano adeguatamente contemperati – come peraltro tutti assicurano – e che non ne esca mortificata, ancora una volta, la continuità didattica che la ministra Fedeli conferma essere l’obiettivo prioritario della sua azione politica. Si attendono, in proposito, fatti concreti non rinvenibili negli stessi decreti legislativi.