Mensa: 76 euro di sconto che costano care alle segreterie scolastiche

Da quest’anno i contribuenti potranno inserire nel modello 730 e Unico le spese per la mensa scolastica per poter usufruire di una detrazione del 19%.

La nuova dichiarazione dei redditi prevede, infatti, la possibilità di detrarre dalle tasse le spese per la frequenza scolastica e per la mensa per i frequentanti di scuole elementari, medie e superiori.

Fino all’anno scorso le uniche detrazioni ammesse riguardavano: asili nido, scuola secondaria e universitaria; corsi di perfezionamento e/o di specializzazione, effettuati presso istituti o università italiane o straniere, pubbliche o Master; dottorati di ricerca; test di ammissione alle università; canoni di locazione per studenti fuori sede.

Le spese detraibili tramite modello 730 e certificazione Unica nel 2016 sono quelle relative all’iscrizione obbligatoria, alle rette mensili per le scuole paritarie o private e la mensa scolastica dei propri figli sia in scuole pubbliche che private.  

La detrazione per la mensa può raggiungere un tetto massimo di spesa di 400€ per ogni figlio, il che vuol dire che la detrazione sarà pari a 76€ (il 19% di 400€).

Per quello sconto di 76 euro i genitori devono farsi rilasciare una dichiarazione apposita da parte delle segreterie delle scuole comprovante l’avvenuto versamento.

Nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole a tempo pieno, dove la mensa riguarda diverse centinaia di bambini e alunni, le segreterie dovranno compilare a mano altrettante ricevute di versamento, previa verifica ovviamente degli scontrini bancari o postali.

In certi casi si può arrivare alla compilazione anche di 800-1000 ricevute di avvenuto versamento con tempi di compilazione che comportano ore e ore di lavoro che vanno a sovrapporsi all’ordinaria attività di segreteria particolarmente convulsa e impegnativa in questa fase conclusiva dell’anno scolastico.

Un onere imprevisto che complica l’attività amministrativa: le famiglie risparmieranno 76 euro di sconto, ma il costo delle maggiori ore di lavoro chi lo paga?