Di maestre violente e preghiere vietate a scuola

Nella scorsa settimana ci sono stati due fatti di cronaca che meritano una riflessione.

Vercelli. Ancora una volta violenze sui bambini a scuola da parte di maestre. Questa volta è successo in una scuola dell’infanzia statale dove tre maestre, finite agli arresti, sono state riprese più volte in atti di violenza verbale e fisica verso bambini tra i tre e i cinque anni.

Ancora una volta si sono alzate da molte parti richieste per l’installazione di telecamere all’interno delle scuole, sia per controllare gli educatori sia per costituire una forma di deterrenza nei loro confronti al fine di indurli a comportamenti adeguati alla funzione che svolgono (o che dovrebbero svolgere).

Riteniamo che la questione da affrontare non stia principalmente nell’individuare strumenti di controllo per vigilare sull’operato degli insegnanti, bensì di accertarne l’idoneità a svolgere il delicato ruolo di educatore. Non solo. Devono essere intensificati i momenti di confronto e di relazione di gruppo tra gli insegnanti per non lasciarli soli, con le loro criticità personali che spesso si riflettono sull’attività lavorativa.

Un tema da approfondire in vista anche di altri prevedibili episodi simili.

Il secondo episodio è accaduto a Palermo. Un dirigente scolastico ha fatto rimuovere immagini e statue sacre all’interno della scuola (non ha fatto rimuovere crocefissi) e ha vietato le preghiere in classe.

Molti genitori hanno protestato coinvolgendo i figli che si sono presentati a scuola con rosari e coroncine. Evidentemente in quella scuola le norme concordatarie degli anni ’80 non erano ancora arrivate, mantenendo abitudini e tradizioni.

Forse i modi e i tempi del dirigente possono essere stati un po’ “ruvidi”, ma non vi è dubbio che il suo operato è stato secondo le norme.