Ma le tasse universitarie aumentano o no?

Commentando i risultati dell’ultimo rapporto OCSE sull’Italia, che conteneva il consiglio di  innalzare progressivamente il livello delle tasse universitarie per assicurare un adeguato finanziamento delle università, il ministro Gelmini aveva respinto con nettezza il suggerimento, sostenendo che “non ce n’è alcun bisogno, grazie ai tagli che abbiamo fatto”. 

Ma dalle sedi universitarie giungono notizie diverse. Gli studenti dell’Università di Bergamo, per esempio, pagheranno tra i 150 e i 400 euro in più di tasse tra l’anno accademico 2011/2012 e il 2012/2013 per effetto del provvedimento approvato all’unanimità dall’ultimo senato accademico, giustificato dal rettore Stefano Paleari con i tagli dei finanziamenti statali.

Il rettore ha anche sottolineato che negli altri atenei della Lombardia si pagherà di più che a Bergamo. Il deputato del Partito democratico Antonio Misiani, bergamasco eletto a Bergamo, prende atto dell’aumento, ma aggiunge che “deve essere ben chiaro a tutti che le responsabilità stanno a Roma. Gli studenti devono ringraziare i ministri Gelmini e Tremonti per i tagli indiscriminati ai trasferimenti statali per l’università”.

L’aumento delle tasse universitarie, insomma, non è stato deciso dal governo, che però avrebbe operato in modo da costringere gli atenei a decidere ‘dal basso’ gli aumenti. Dal punto di vista dell’Ocse, probabilmente, è la stessa cosa: il suo suggerimento di innalzare progressivamente le tasse è stato di fatto accolto.