Ma il cantiere del secondo ciclo resta aperto

Certo è, tanto per citare uno dei principali nodi in campo, che più si licealizza l’istruzione tecnica (malgrado la moltiplicazione degli indirizzi) e più difficile sarà garantire l’unità e la pari dignità del secondo ciclo, anche perché, senza adeguata riprogettazione dell’intero sistema, l’attuale istruzione professionale – ammesso che sia possibile un suo trapianto indolore nel sistema a competenza regionale –, riorganizzata su percorsi tri-quadriennali, avrebbe come modello di riferimento più l’ex formazione professionale regionale (o il proprio stesso passato pre “Progetto ‘92”) che il sistema dei licei.
Un problema parallelo è quello dei piani di studio dei due sistemi (o sottosistemi, come propone Bertagna): per poter dialogare, essi devono essere progettati in modo unitario. Ma mentre, bene o male, per i licei si sta procedendo, non altrettanto risulta che si stia facendo per i percorsi del sistema di istruzione e formazione. E anche se in qualche segreta stanza qualcuno stesse lavorando a ciò, lo farebbe “a prescindere” dal lavoro che si sta sviluppando per i licei. Anche su questo occorrerà accendere i riflettori del dibattito pubblico, e trovare soluzioni adeguate, condivise nel modo più ampio possibile, e comunque tali da dare un concreto significato alla nozione di “pari dignità” (sociale, culturale, curricolare) di tutti i percorsi.