Ma i contributi richiesti dalle scuole non sono obbligatori per le famiglie

E’ in facoltà delle scuole statali chiedere contributi alle famiglie, soprattutto dopo che le norme sull’autonomia scolastica hanno abrogato anche per le scuole dell’obbligo il divieto di chiedere il pagamento di tasse e contributi.

La legge Bersani sulle liberalizzazioni (n. 40/2007) considera quei contributi come “un’erogazione liberale a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado”.

La natura liberale dell’erogazione rende ovviamente volontario il suo pagamento, diversamente da quanto sembra facciano alcune scuole che arrivano anche a diffidare le famiglie non paganti a non ammettere i loro figli alla fruizione di taluni servizi (laboratori, copie di testi, ecc.).

La stessa legge Bersani prevede che il contributo, il cui versamento deve essere attestato formalmente (bonifico bancario o bollettino postale), può essere detratto dalla dichiarazione dei redditi.

I contributi scolastici di cui stiamo parlando non riguardano le spese che gli alunni devono sostenere per la partecipazione ad alcune attività, come, ad esempio, gite o visite guidate, per le quali vengono pagate a parte le quote di partecipazione.