Lombardia, la scuola avrà un peso nella scelta degli elettori?

Il 12 e il 13 febbraio si vota in Lombardia e nel Lazio. Accanto agli schieramenti tradizionali del centrodestra a trazione leghista (che punta sulla riconferma di Attilio Fontana) e del PD che rinnova l’alleanza giallorossa con il Movimento 5 Stelle (candidato presidente Pierfrancesco Majorino), la maggiore novità del quadro politico lombardo è rappresentata da Letizia Moratti, che scende in campo con la sua lista civica, dopo aver rotto con il centrodestra e con l’appoggio del Terzo Polo.

La Moratti promette in caso di vittoria una squadra basata sul merito e orientata a politiche per la crescita. Ma soprattutto parte da un’idea: mettere la scuola al centro, “perché dalla scuola parte tutto, in primis la costruzione della persona”. L’obiettivo è ambizioso: “reinventare la scuola lombarda del futuro, con una lotta senza quartiere alla dispersione scolastica”.

Non può sorprendere il focus sull’educazione, tenuto conto che la Moratti è stata ministro dell’istruzione, università e ricerca dal 2001 al 2006, e che la figura forte nella sua lista per il settore dell’istruzione e formazione è Valentina Aprea, già dirigente scolastico, sottosegretario al Miur proprio con la Moratti, presidente della commissione Cultura della Camera. E soprattutto a lungo assessore all’istruzione, formazione e lavoro proprio in Regione Lombardia, dove ha dimostrato di saper dare slancio al settore con programmi di successo come Dote Scuola e Generazione Web. 

Presso la sala consiliare del comune di Basiglio, nel quartiere residenziale di Milano 3, sabato 4 febbraio Moratti e Aprea hanno parlato di scuola libera, innovativa e di qualità, insieme ai candidati della Lista Letizia Moratti Presidente Mario Mauro e Giovanni Kirn.

Sono intervenuti esponenti delle istituzioni scolastiche regionali ed esperti. Giulio Massa (Istituti De Amicis) e Stefania Strignano (IC Ungaretti di Melzo) hanno raccontato come il percorso di scuole altamente innovative abbia preso il via proprio dal sostegno intelligente del programma Generazione Web della Regione, centrato sulla formazione dei docenti (a differenza dell’azione Scuola 4.0 del Pnrr, che parte dall’acquisto obbligato delle attrezzature tecnologiche, indipendentemente dalle dotazioni già disponibili). Per Marco De Rossi, Ceo di Weschool, l’accento va posto sulle metodologie didattiche piuttosto che sulle tecnologie. Elisa Piscitelli della startup Futurely, piattaforma digitale per l’orientamento scolastico, si è soffermata sull’importanza dell’orientamento per prevenire la dispersione scolastica, uno dei pilastri del programma della lista Moratti (che intende anche triplicare il numero dei giovani lombardi che acquisiscono titoli di studio in apprendistato). Per Matteo Loria, presidente di ANP Lombardia, prima che in dotazioni tecnologiche bisognerebbe investire in edilizia scolastica (il programma della Moratti ricorda che “in Lombardia il 20,43% degli edifici scolastici statali è vetusto. Un dato che supera la media nazionale del 17,83%). Roberto Pasolini, presidente dell’Istituto Europeo Leopardi, ha ricordato che le famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie pagano una retta – di fatto – per avere una differenza di servizio, il che obbliga le scuole paritarie alla qualità e all’innovazione.

Il cuore della risposta all’emergenza educativa non si ferma al mondo della scuola: bisogna adottare il metro dell’educazione come misura di tutte le politiche”, ha concluso Mario Mauro, già ministro della Difesa (governo Letta). Insomma, la scuola al centro del programma. Gli elettori lombardi premieranno la scelta?

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