Libertà di scelta educativa e buono scuola. Presto realtà?

La coalizione di centro-destra ha incluso tra gli obiettivi per l’istruzione il riconoscimento della libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola.

FdI, oltre a condividere l’obiettivo, ha precisato l’impegno a tutelare le scuole paritarie e la libertà di scelta educativa delle famiglie, anche attraverso l’introduzione di voucher da poter spendere liberamente nelle diverse strutture scolastiche.

Anche Azione nel suo programma elettorale ha sostenuto la libertà di scelta educativa da parte delle famiglie, ma ha anche qualificato la sua proposta, prevedendo che sia lo Stato a individuare innanzitutto standard di qualità per definire un’offerta qualitativamente uniforme e quantitativamente omogenea su tutto il territorio nazionale.

Per Azione sono possibili diversi strumenti per favorire la scelta educativa delle famiglie: buono scuola, rimborsi fiscali, costo standard, ecc.

D’altronde anche il PD ha scritto nel programma: “Definire il costo standard di sostenibilità anche per promuovere il pluralismo educativo e una migliore offerta formativa per il diritto allo studio”.

Ma lo sappiamo: ben più del riconoscimento del merito degli insegnanti e della loro carriera professionale; ben più della stabilizzazione del personale docente precario; ben più dell’aggiornamento del personale insegnante, la libertà di scelta educativa con conseguente valorizzazione anche della scuola paritaria, può diventare motivo di divergenza ideologica e di scontro politico.

Eppure, pochi anni fa il Consiglio di Stato si è espresso a favore, con la sentenza 5739 – 2019, stabilendo che: “La pluralità dell’offerta formativa è tale solo se i destinatari sono realmente posti in condizione di accedere ai percorsi scolastici offerti (anche) dalle scuole private, perché solo in tal modo si tutela la libertà di scelta e si assicura la pari opportunità di accesso ai percorsi offerti dalle scuole non statali”.

 

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