L’ex-ministro De Mauro elogia la Falcucci e difende la Gelmini sui docenti meridionali

Pochi giorni prima che l’attenzione sulla scuola si concentrasse sul voto in condotta e sul maestro unico, vi erano state polemiche trasversali sulle frasi, smentite e riprecisate, del ministro Gelmini sui docenti meridionali.

Unica voce autorevole che si è dissociata dal coro dei difensori d’ufficio è stata quella dell’ex-ministro dell’istruzione Tullio De Mauro, intellettuale di sinistra e insigne linguista.

In una intervista al Corriere della sera l’ex-ministro parla senza peli sulla lingua dei gravi dislivelli linguistici che dividono in due l’Italia, come evidenziato crudamente dai dati Ocse-Pisa e che vedono gli allievi meridionali – al di là di punte di eccellenza – in grave ritardo rispetto allo standard di conoscenze; un ritardo che, secondo De Mauro, non sarebbe di due anni, come rilevato recentemente da uno studio di Banca Italia, ma addirittura epocale.

Riferendosi ad un suo saggio nel quale si evidenzia il divario tra la scuola elementare italiana – considerata eccellente nel confronto internazionale – e la scuola superiore, l’ex-ministro dichiara che il gap è dovuto, tra l’altro, alla profonda riforma che negli anni ottanta ha interessato la scuola elementare. “Una riforma di contenuti e metodi, probabilmente l’unica – ha detto De Mauro – realizzata dal ministro democristiano Franca Falcucci mediante un grande ciclo di ri-formazione degli insegnanti elementari“.

Per quanto riguarda invece la scuola secondaria superiore, ha concluso desolatamente De Mauro, al di là di sperimentazioni e tentativi, “la scuola superiore è rimasta ferma alla riforma Gentile“.

Per uscire da questa grave situazione di ritardo, secondo il linguista, occorre un sistema di istruzione permanente degli adulti e la diffusione di biblioteche e centri di lettura. “Come in Trentino e in Valle d’Aosta, le due aree che tirano in alto i dati Ocse della scuola del Nord.”