La storia infinita del distanziamento lungo un metro, anzi due

Il distanziamento – Atto secondo

Però, con il nuovo anno scolastico 21-22 il distanziamento di un metro tra le ‘rime buccali’ è stato un po’ declassato dal CTS che l’ha confermato laddove possibile, precisando che “l’impossibilità di mantenere i necessari distanziamenti nelle aule non determinerà però l’automatica interruzione della didattica in presenza”.

Ma la rivincita dell’esimio è arrivata con le nuove regole, disposte di concerto dai Ministeri della salute e dell’istruzione:Nuove modalità di gestione dei casi di positività all’infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico – art. 4, del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1 (prot. 11 dell’8.01.2022) che per la scuola primaria ha previsto: “In presenza di un solo caso di positività nella classe vengono disposte le seguenti misure. Per gli allievi frequentanti la stessa classe del caso positivo si prevede: attività didattica: in presenza. Si raccomanda di consumare il pasto ad una distanza interpersonale di almeno 2 metri”. Pasti consumati, dunque, con un distanziamento di almeno due metri.

In particolare, dunque, è la mensa delle classi a tempo pieno a richiedere quel nuovo distanziamento. Eccolo ritornato, il distanziamento, pronto forse a creare nuovi problemi, anziché risolverli.

I tavoli di mensa di forma rotonda, dove stavano seduti tre o quattro alunni, potranno accoglierne uno solo. Nei tavoli rettangolari non potranno sedere alunni a fronte e, se di lunghezza superiore a due metri, potranno ospitare due soli alunni all’estremità, ma, se di lunghezza inferiore, uno solo. Difficoltà analoghe dove già oggi il pranzo viene consumato nelle classi, anche dove c’è la mensa (trasformata in spazi per aule, in nome sempre del distanziamento).

La rarefazione dei commensali, oltre a vanificare l’aspetto educativo di socialità del pranzo, comporterà tempi doppi o tripli di consumazione dei pasti, compromettendo l’organizzazione complessiva dell’intero servizio scolastico. Sempre che la scuola non decida di rinunciare a offrire in questo periodo il servizio.

Il distanziamento ha colpito ancora. E forse c’è già qualche insegnante che si augura un secondo contagio in classe per andare in DAD e attendere che il distanziamento non colpisca più.

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