La scuola delle emozioni: insegnamento e motivazione, questione di cuore
Dicembre, La Scuola che Sogniamo è.. La scuola delle emozioni!
Nel bellissimo libro ‘Diario di scuola’ Daniel Pennac ci racconta, attraverso quella che è stata la sua dolorosa vicenda di scolaro non compreso e umiliato da numerosi insegnanti, quanto sia importante per uno studente incontrare adulti capaci di guardare i loro studenti non solo attraverso la lente della competenza tecnica, ma dell’empatia. E, come scrive in una bellissima pagina del suo Diario, la lezione può incominciare solo quando l’alunno si sente accolto, perché aiutato dallo sguardo benevolo e incoraggiante di un insegnante che gli dimostra fiducia.
L’importanza delle emozioni e del gioco che svolgono nella dinamica dell’apprendimento non solo non è inferiore all’importanza dei requisiti cognitivi richiesti, ma è di gran lunga la cosa più importante. Con il grande intuito educativo che lo caratterizza-va, don Giovanni Bosco diceva che “l’educazione è una cosa del cuore”. Una buona scuola si pone il problema del significato che l’esperienza che propone ha per la vita degli alunni, e cerca instancabilmente di collegare l’insegnamento alla motivazione, che va suscitata e alimentata instancabilmente. È certamente un luogo di istruzione e formazione, ma, attraverso questo, è luogo di umanizzazione e di cittadinanza, di impegno nei confronti di una realtà che, come avevano scritto i ragazzi di Barbiana sulla porta della loro scuola, “ci sta a cuore”.
Ecco perché una buona scuola ha i tratti della comunità, nella quale la centralità è data dalle relazioni tra le persone, non dalla funzionalità dei ruoli.
La scuola che sogniamo: ecco di cosa parliamo a dicembre
La scuola delle emozioni è il modello che presentiamo nel mese di dicembre all’interno del nostro progetto “La scuola che sogniamo”.
Nell’inserto pubblicato all’interno del numero 597 dicembre di Tuttoscuola, oltre a questo articolo di Italo Fiorin troverai i seguenti approfondimenti sulla scuola della ricerca:
Sguardo, rispetto, flessibilità. Insegnare è un’arte che si apprende, di Italo Fiorin
Tutte le emozioni sostengono il lavoro scolastico, di Daniele Novara
Curare le emozioni del team. Didattica ed emozioni, di Mauro Borra
L’esperienza di Reggio Emilia. Ricercando la bellezza di una scuola possibile e amabile, di Annalisa Rabotti, Pedagogista, Scuole e Nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di Reggio Emilia
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