La nave Invalsi va… Dove arriverà?

Il ritornello di una popolare canzone interpretata da Sergio Endrigo e Iva Zanicchi, presentata a Sanremo nel 1970, diceva: “Partirà, la nave partirà, dove arriverà, questo non si sa”. Previsione che sembra adattarsi perfettamente alla situazione nella quale si trova attualmente l’Invalsi.

Quanto al partire, la nave Invalsi è certamente partita, come mostrano il lavoro fatto negli ultimi anni e il fallimento delle iniziative volte a boicottare i test, che hanno registrato anche quest’anno una percentuale minima di adesioni da parte degli insegnanti, meno dell’1%, scioperi dei Cobas compresi, per quanto riguarda le 2.914 classi campione di scuola primaria (0,82% delle seconde e 0,75% delle quinte, secondo i dati ministeriali). Percentuali non troppo diverse sono attese per le prove in calendario per questa settimana (14 maggio per la scuola secondaria di primo grado e 16 maggio per quella di secondo grado, dove potrebbero però verificarsi astensioni o azioni di disturbo da parte degli studenti). Secondo il neoministro Carrozza va ridimensionato l’impatto che si attribuisce al test Invalsi: “è un test di valutazione che verrà usato anche per finalità conoscitive, per capire il mondo della scuola e le sue peculiarità territoriali”.

La nave dunque è in viaggio. Ma dove arriverà? Su questo ci sono più incertezze che certezze.

Le certezze riguardano la partecipazione italiana, ormai consolidata, alle indagini internazionali comparative basate sui test, e la continuazione delle prove nazionali, obbligatorie per legge e non boicottate dai maggiori sindacati (a differenza di quanto accadde nella Gran Bretagna di Margaret Thatcher, ma poi passarono anche lì).

Le incertezze riguardano soprattutto l’effettiva ricaduta del testing – e più in generale della valutazione di sistema – sui comportamenti professionali dei docenti, che potrebbero essere di tipo opportunistico-adattivo (teaching to the test), con scarsi benefici per gli studenti. Più in generale, senza una robusta azione di formazione iniziale e in servizio dei docenti, finalizzata al miglioramento complessivo della qualità e dell’equità della scuola italiana, e senza una ridefinizione degli obiettivi di apprendimento che valorizzi i potenziali individuali in un’ottica di maggiore flessibilità e personalizzazione degli itinerari di apprendimento, la nave dell’Invalsi potrà anche navigare, ma non saprà dove andare perché chi di dovere non le avrà saputo indicare la rotta.