La mappa della (dis)continuità didattica

Tra docenti precari e docenti trasferiti, il primato negativo della percentuale di “facce nuove” in cattedra ce l’ha nella scuola media il Molise (44,2%), seguito dal Friuli Venezia (39,3%) e, sempre nella scuola media, dall’Emilia-Romagna (38,3%).
Riguardo l’incidenza della precarietà di nomina dei docenti, nel Nord Est, dove il precariato è più diffuso, si è sfiorato il 24% negli istituti secondari, con l’Emilia Romagna al 25% e più (Bologna con quasi il 31% di precari nelle scuole medie e Modena il 29% negli istituti superiori).
Per quanto riguarda l’incidenza della mobilità del personale, è ancora una volta la scuola media a detenere il primato del maggior numero di docenti che chiedono di essere trasferiti da una sede all’altra: 12,8% con punte che superano il 13% nel Nord Est e nelle Isole (in Molise si è arrivati al 17,3%).
Negli istituti superiori, secondo il “1° Rapporto sulla qualità nella scuola” di Tuttoscuola, la mobilità dei prof è superiore all’11%, nella scuola primaria è del 10% e nella scuola dell’infanzia dell’11,8%.
Nelle scuole medie del Friuli Venezia Giulia e in Sardegna la mobilità dei prof di scuola media supera il 15%.
Quando si parla di “carosello” degli insegnanti la mobilità, come si vede, ha il suo peso.