La mappa della discontinuità didattica

180 mila docenti cambiano sede. L’anno scorso erano stati 225 mila. Come si arriva a numeri così elevati? Analizziamo i dati dell’anno scolastico 2008/09. I conti sono presto fatti. Il 16,6% di docenti sono i precari che vengono nominati di anno in anno su scuole diverse, il 9,6% sono docenti trasferiti da altra sede, il 3,2% sono stati i nuovi immessi in ruolo: 29,4% a livello totale. E alle superiori si arriva al 32%, alle medie al 38%.

Ma ci sono province nelle quali si supera addirittura il 50% (alle medie Isernia 73%, La Spezia 70%; alle superiori Vercelli 50%, Sondrio 43%, Siena 42% etc).

In generale la discontinuità didattica è geograficamente più forte al nord e al centro, e molto maggiore nella scuola secondaria.

Ma accanto alle percentuali forse i numeri assoluti danno ancor più l’idea di quale meccanismo perverso caratterizzi il sistema di istruzione.

Prendiamo il caso della provincia di Isernia. Anno scolastico 2008/09. Nelle scuole secondarie di I grado insegnano 236 docenti. Di questi, 44 sostituiscono colleghi che qualche mese prima si sono visti accogliere la domanda di trasferimento, 126 sono a tempo determinato, e come tali cambiano sede – nella quasi totalità dei casi – e 3 entrano in ruolo: in totale 173 docenti su 236 (pari al 73%) sono “nuovi” della sede, e sostituiscono colleghi cha hanno lasciato quella scuola.

E’una punta dell’ordinaria follia nell’organizzazione della scuola italiana. In nessuna parte del mondo succede una cosa del genere. Una disorganizzazione che incide profondamente sull’efficacia dell’insegnamento e sul disorientamento e il disamore per la scuola dei ragazzi.

Per gli alunni il cambio del docente significa ricominciare da capo, adattarsi a nuovi metodi e a nuovi rapporti interpersonali; per gli insegnanti significa riavviare un’esperienza didattica, impostare nuovi piani di lavoro, conoscere per la prima volta decine di alunni, nuovi colleghi, nuovi ambienti. Il lavoro di team risulta indebolito. L’insegnante non è come l’autista di un autobus, che anche se cambia non c’è problema purché sappia guidare.