La didattica della vicinanza
Nei giorni scorsi l’abbiamo chiamata emergenza nell’emergenza la situazione di quei docenti che si trovano davanti a condizioni drammatiche di alunni e loro familiari ai quali il covid-19 non ha risparmiato dolori e lutti.
I docenti, per il loro ruolo professionale e anche per la funzione educativa che svolgono, non dispongono delle competenze per un sostegno psicologico che, invece, può essere affidato a team di psicologi che operano anche nel settore scolastico.
In questa fase emergenziale, oltre alle piattaforme, alle bande larghe e alle strumentazioni tecnologiche consigliate per sostenere docenti, alunni e genitori nella didattica a distanza, sarebbe opportuno finanziare l’impiego di psicologi da affiancare a docenti e genitori coinvolti in situazioni estreme e drammatiche.
Ma, poiché il profilo professionale dei docenti, come prevede il loro CCNL, è costituito non solo da competenzedisciplinari, ma anche, tra l’altro, da competenze psicopedagogiche e metodologico-didattiche, sarebbe forse opportuno che i docenti impegnati nella didattica a distanza attivassero a pieno anche la loro competenza educativa. Come?
Nella didattica della vicinanza.
I docenti provino a stare vicini ai propri alunni e ai loro genitori in un rapporto personale che in qualche momento lasci da parte la didattica, i compiti e le lezioni on line.
Il ruolo educativo è fatto anche di relazioni interpersonali in presa diretta.
La didattica a distanza ha bisogno di essere integrata da una speciale ‘didattica’ di vicinanza, dove le parole, i volti, i sorrisi diventano veri e concreti, in audio e in video, in una relazione empatica che corrobora e arricchisce la didattica a distanza.
Provare per credere: non costa niente e può fare bene alla salute mentale e all’umore di tutti, con un ingrediente che può rendere gradevole ed efficace, più umana, la didattica a distanza.
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