La Consulta boccia la legge lombarda sugli insegnanti

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima una norma della Regione Lombardia che consentiva alle scuole di organizzare concorsi e reclutare insegnanti, definendola “del tutto eccentrica rispetto all’ordinamento nel suo complesso”, visto che “ogni intervento normativo finalizzato a dettare regole per il reclutamento dei docenti non può che provenire dallo Stato, nel rispetto della competenza legislativa esclusiva di cui all’art. 117 della Costituzione”.

La sentenza (n. 76), depositata oggi, è stata redatta dal giudice Sergio Mattarella, già ministro dell’istruzione tra il 1989 e il 1990, e boccia l’art. 8 della legge n. 2/2012 della Regione Lombardia accogliendo il ricorso presentato il 19 giugno 2012 dalla Presidenza del Consiglio (governo Monti).

La legge lombarda stabiliva che, a titolo sperimentale, le istituzioni scolastiche statali potessero organizzare per un triennio concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi, con l’obiettivo di reclutare il personale docente con incarico annuale. Ciascuna scuola statale avrebbe quindi avuto la possibilità di bandire i concorsi per il reclutamento dei docenti precari con incarico annuale.

Però in tal modo – sostiene la sentenza della Corte – la Regione avrebbe disposto in merito all’assunzione di una categoria di personale, appunto quello docente, che è inserito nel pubblico impiego statale e sarebbe andata oltre le sue competenze invadendo quelle dello Stato centrale.