Istruzione, quel che era annunciato e non c’è nella bozza di legge di bilancio

La prima legge di bilancio di questa legislatura è un po’ la cartina al tornasole degli impegni politici, delle promesse elettorali e degli annunci di cambiamento che non sempre si trasformano in realtà.

I contrasti, le smentite e le precisazioni degli esponenti dei due partiti di maggioranza ne sono una prova quotidiana. Non è sfuggito a questo momento di verifica nemmeno il ministro dell’istruzione, Marco Bussetti che già nel question time della settimana scorsa alla Camera ha anticipato un paio di “delusioni” che poche ore dopo il varo del ddl della legge di bilancio 2019 avrebbe confermato: non c’è traccia per ora dei 27.400 posti richiesti per contrastare una parte di precariato e del potenziamento del tempo pieno e della scuola dell’infanzia promesso al governatore Musumeci in Sicilia.

Ma nella legge di bilancio mancano altri due pezzi per i quali il ministro ci aveva messo, come si dice, la faccia: il correttivo del bando di concorso per dirigenti scolastici per abbreviarne la conclusione per il maggio 2019 e scongiurare un altro anno (il 2019-20) di reggenze, e l’inserimento dell’educazione motoria nella scuola primaria dall’anno prossimo mediante l’impiego di 12 mila prof di educazione fisica.

I conti vanno fatti alla fine. Il tempo e il modo per recuperare nella manovra queste misure ci sono, anche se non sarà facile, e comunque si tratta della prima legge di bilancio della nuova legislatura. Ma non sarebbe il miglior modo per cominciare un nuovo corso.