Iscrizioni scuola: licei crescono, tecnici fermi, professionali in ulteriore calo
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Le iscrizioni scuola si sono chiuse lo scorso 25 gennaio e il Ministero dell’istruzione ha diffuso i primi dati relativi alla scelta della scuola secondaria superiore effettuata dagli studenti in uscita dalla scuola media. Proviamo dunque a interpretare le tendenze emerse. In sintesi prosegue la crescita dei licei, giunti al 57,8% delle preferenze, stabili i tecnici col 30,3%, in ulteriore calo i professionali, scesi all’11,9%. I licei crescono per l’ottavo anno consecutivo dopo aver superato per la prima volta nel 2014 la somma delle preferenze ottenute dagli istituti tecnici e professionali, oggi al 42,2%. Un processo inarrestabile e relativamente rapido se si pensa che a metà degli anni Novanta il rapporto era rovesciato: oltre il 55% per l’istruzione tecnica e professionale, con quest’ultima arrivata quasi al 25%, 45% per la somma di licei, istituti magistrali, licei artistici e istituti d’arte.
All’interno dell’area liceale si rafforza ulteriormente il liceo scientifico, che da solo raccoglie il 26,9% delle preferenze: un dato composito, perché lo scientifico tradizionale col latino è scelto solo dal 15,1% (in calo dello 0,4% dall’anno scorso), mentre l’opzione scienze applicate sale al 10%, guadagnando più di un punto in un anno. Il restante 1,8% sceglie l’indirizzo sportivo.
Se sommiamo il 6,5% del liceo classico e il 15,1% dello scientifico col latino possiamo dire che solo poco più di un quinto degli studenti e delle famiglie ha optato per un indirizzo esplicitamente propedeutico al proseguimento degli studi nell’università, meno del 12% per un indirizzo chiaramente orientato verso il lavoro, mentre il restante 66% ha in qualche modo deciso di rinviare la scelta alla fine degli studi secondari.
Tuttavia mentre gli studenti che hanno scelto i restanti indirizzi liceali – quelli di scienze applicate in primo luogo, ma anche gli altri – avranno la concreta opportunità di continuare gli studi nel canale universitario, magari part-time, il 30,3% che ha scelto l’istruzione tecnica si troverà ancora una volta in una posizione ambigua: non sarà probabilmente pronto per il lavoro, e neanche per un’istruzione superiore in linea con gli studi compiuti, a causa della mancanza, vista la scarsa consistenza degli ITS, di una organica offerta di formazione terziaria non universitaria.
Un antico problema, di cui parliamo nella notizia successiva.
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