Interfacce cervello-computer per monitorare gli studenti: la Cina accelera

Cuffie speciali, all’orecchio degli alunni, che segnalano all’insegnante se qualcuno si è distratto e non segue la lezione.

Sogni proibiti di maestre e professori? Non proprio.

Dalla Cina giungono notizie sulla sperimentazione, già in atto in una scuola elementare pilota, di apposite interfacce cervello-computer, indossabili e portatili (BCI, Brain Computer Interface), simili a cuffie audio, con le quali è possibile rilevare l’andamento del livello di attenzione degli alunni, registrato in tempo reale in un grafico messo a disposizione degli insegnanti e anche dei genitori.

Se si desidera approfondire l’argomento, se ne parla dettagliatamente in questo articolo di tre ricercatori cinesi. Ne riproduciamo qui di seguito l’inizio.

L’interfaccia cervello-computer (BCI) è una tecnologia che riconosce i pensieri di un individuo raccogliendo ed estraendo segnali cerebrali, facilitando l’interazione diretta tra il cervello e dispositivi interni o esterni. Il cervello contiene oltre 100 miliardi di neuroni responsabili di varie funzioni cognitive, tra cui il ragionamento, la pianificazione e l’elaborazione del pensiero. Questi neuroni fungono da unità fondamentali del cervello, formando intricate reti neurali attraverso l’interconnettività e collegando ricordi a lungo e breve termine. Queste reti possono riorganizzarsi in risposta ai cambiamenti ambientali, influenzando la capacità di apprendimento e lo sviluppo cognitivo. Nei primi due decenni del ventunesimo secolo, è stato stabilito il quadro fondamentale per la tecnologia dell’informazione (IT) nell’istruzione. Questo quadro fornisce le basi per l’integrazione della moderna tecnologia intelligente, facilitando la condivisione delle risorse digitali e migliorando la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Fare leva su questo assetto fondativo rappresenta una scelta strategica per migliorare la qualità dell’istruzione”.

Ma questa non è l’unica accelerazione tecnologica con possibili utilizzi in campo educativo che proviene dall’“Impero di mezzo”. Si parla da settimane di DeepSeek, startup cinese che ha attirato l’attenzione nel settore dell’intelligenza artificiale grazie allo sviluppo di modelli avanzati, al punto da aver fatto tremare in Borsa i titoli dei giganti USA dell’Hi-Tech e da indurre i Paesi occidentali a cautelarsi. Ne parliamo nella notizia successiva.

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