Intelligenza artificiale e naturale a scuola/3. Cellulari in classe, Valditara li ‘sconsiglia’

Nei giorni scorsi, come riferito anche dal sito di Tuttoscuola, si è appreso che il Regno Unito ha deciso di vietare l’uso degli smartphone in classe ai minori di 16 anni, ma lo ha fatto con una formula elastica, secondo la tradizione britannica, rispettosa delle autonomie locali, prevedendo quattro diverse formule e lasciando la responsabilità di decidere alle scuole. Solo in una della quattro ipotesi il divieto è assoluto: quella che prevede di lasciare gli smartphone a casa. Decisione non facile in un Paese come la Gran Bretagna dove gran parte dei bambini di meno di 12 anni (addirittura il 97% secondo una recente rilevazione) ne possiede uno.

Altri Paesi hanno fatto la stessa scelta. Già dal 2018 la Francia ha vietato i telefoni cellulari alle elementari e alle medie, e negli anni successivi anche Svezia, Finlandia e Olanda (dal 2024) si sono mosse nella stessa direzione. Anche l’Unesco ha affrontato il tema in un ponderoso rapporto pubblicato nel luglio 2023 – intitolato Global education monitoring report, 2023: technology in education: a tool on whose terms? – dal quale risulta che meno di un quarto dei Paesi del mondo vieta o limita molto l’uso dei cellulari durante le lezioni. L’invito dell’Unesco è a far sì che le tecnologie siano sempre al servizio dell’educazione, e mai il contrario.

In Italia già nel 2022 Valditara aveva ribadito in una circolare il divieto già previsto nel 2007 dall’allora ministro Fioroni: niente cellulari in classe alla scuola dell’infanzia e alle elementari. La norma di Fioroni però era stata di fatto ignorata salvo che in pochi casi, e così il richiamo di Valditara.

Ora il ministro riprende l’iniziativa, ma non lo fa in termini coercitivi, forse perché anche gli esperti sono divisi. In una nota ufficiale annuncia infatti quanto segue: “Nelle nuove ‘Linee guida sulla educazione alla cittadinanza’ di prossima pubblicazione, in coerenza con quanto sta emergendo da diversi studi anche internazionali, è sconsigliato l’utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado. Per le scuole primarie è raccomandato invece l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive”. 

Il ministro insomma “sconsiglia”, non vieta. Vedremo.

Rientrato invece l’allarme sull’uso dei tablet: il Ministero ha precisato in un comunicato ufficiale che “è raccomandato invece l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive” (riferendosi alle scuole primarie, ma in un colloquio il ministro Valditara ci ha confermato che l’indicazione va estesa a tutto il primo ciclo). D’altronde sarebbe stato in contraddizione con gli obiettivi perseguiti da anni del Piano nazionale scuola digitale e con i miliardi di investimenti di Scuola 4.0, del PON Infanzia e così via. Tutto chiarito. No allo smartphone, ok al tablet a scopi didattici.

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