Individualizzazione e/o personalizzazione/1. Prove uguali o differenziate?

Per il presente anno scolastico le prove della seconda secondaria di secondo grado rimangono ancora indifferenziate rispetto ai macro-indirizzi di studio, ma sono già in corso le azioni necessarie per giungere, a partire dal 2015, a una parziale differenziazione delle prove stesse in funzione delle diverse tipologie di scuola”.

E’ bastato questo accenno alla possibile differenziazione delle prove, contenuto in una lettera dell’Invalsi indirizzata ai dirigenti scolastici riguardante le prossime rilevazioni (in calendario per maggio 2014), per riaccendere il dibattito su un’antica querelle, che ha diviso la pedagogia e la politica (almeno) dai primi anni settanta dello scorso secolo: quella tra sostenitori di un biennio obbligatorio post terza media unico, ispirato al principio della individualizzazione dei percorsi,e quelli che ritenevano preferibili bienni già ben differenziati fin dal primo anno, in grado di rispondere ai diversi bisogni e potenzialità formative individuali, più propensi alla personalizzazione degli itinerari.

Poi si ripiegò sulla soluzione del biennio ‘unitario’con un’ampia area comune ma con materie di indirizzo scelte fin dal primo anno (il modello più compiuto di questo tipo di biennio fu quello elaborato dalla commissione Brocca nel 1990-1992). Le riforme successive (Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini) non hanno sostanzialmente modificato questa impostazione di fondo, mettendo caso mai l’accento sugli elementi di unitarietà (Berlinguer, Fioroni) piuttosto che su quelli di differenziazione (Moratti, Gelmini).