In attesa delle due circolari sulle iscrizioni

Per il secondo anno consecutivo il termine ultimo per le iscrizioni scolastiche non sarà a fine gennaio come avveniva da molti anni. Addirittura quest’anno di termini prorogati ce ne sono due: uno per le iscrizioni alle scuole del primo ciclo e alle scuole dell’infanzia, spostato al 27 febbraio, e un altro per le iscrizioni agli istituti superiori riformati, posticipato di un ulteriore mese (26 o 27 marzo). Quali effetti potrebbero venire da quelle proroghe?

Ci sarà un po’ più tempo (cosa non certamente di poco conto) per offrire alle famiglie e agli insegnanti delle superiori maggiori possibilità per capire il cambiamento indotto dalla riforma e per orientarsi nelle scelte.

A questo aspetto positivo corrisponde però una conseguenza piuttosto critica: la determinazione degli organici del personale docente, che è la prima azione amministrativa per l’avvio del successivo anno scolastico. Se l’ordinanza degli organici slitterà di un mese, subiranno un uguale rinvio le altre operazioni conseguenti: mobilità del personale, nomine in ruolo, utilizzazioni del personale, nomine a tempo determinato, supplenze. A meno di riuscire a ridurre i tempi tecnici di queste operazioni.

Nelle superiori (fatto salvo un effetto domino anche negli altri ordini di scuola) l’anno scolastico della riforma potrebbe partire male o, quanto meno, con notevole affanno.

Ci chiediamo: ma è proprio necessario attendere il termine ultimo delle iscrizioni per varare le norme sugli organici?

Altro punto critico che potrebbe rendere difficoltosa, se non impossibile, la traduzione operativa del processo di riordino della scuola secondaria attiene ai piani di programmazione e distribuzione dell’offerta di istruzione nei contesti territoriali di competenza delle Regioni. Le quali al momento non hanno conoscenza delle modifiche che verranno apportate alle bozze di regolamento esaminate in Conferenza Unificata.

Lo Stato si occupa degli ordinamenti (schemi di regolamenti licei, tecnici e professionali), la Regione della ripartizione e della tipologia della offerta formativa delineata dal nuovo ordinamento della secondaria, che deve essere coerente con quella socio-economica e con la vocazione del territorio.

Appare di tutta evidenza la sproporzione tra la complessità della materia da affrontare e i tempi stabiliti da una recente circolare del Miur (31 gennaio 2010) per la programmazione territoriale dell’offerta formativa e di distribuzione dei percorsi di istruzione liceale, tecnica e professionale.