Il terzo canale della Regione Emilia-Romagna

Un titolo non tacitiano per un testo con 56 articoli, suddivisi in sette capi e in svariate sezioni: “Norme per l’uguaglianza delle opportunita’ di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro”. Così si presenta la proposta di legge approvata lunedì scorso dalla giunta regionale dell’Emilia-Romagna, ed ora consultabile anche nel sito www.scuolaer.it.

Per diventare operativa la proposta dovrà essere approvata dal Consiglio regionale, cosa che dovrebbe avvenire, nelle intenzioni dell’assessore Bastico, in tempi brevissimi, tanto da avviare almeno una prima sperimentazione già a settembre, con l’inizio dell’anno scolastico 2003-2004.

Si fa così concreta la possibilità che l’Emilia-Romagna offra ai suoi allievi quattordicenni, in uscita dalla scuola secondaria di primo grado, un terzo canale, rispetto ai due previsti dalla riforma Moratti. Accanto al canale liceale e (presumibilmente) a quello professionale, costituito dalla formazione professionale regionale (che la riforma Moratti rilegittima ai fini dell’assolvimento dell’obbligo formativo dopo la terza media), ci dovrebbe essere il canale “integrato”, cogestito dalle scuole e dai centri regionali di formazione professionale.

L’obiettivo è quello di rinviare di due anni la scelta definitiva del percorso di studi, evitando in tal modo scelte precoci e discriminanti.