Il futuro dell’Invalsi in mano al M5S

A differenza di quanto avvenuto con il decreto Milleproroghe per l’alternanza scuola-lavoro, che si è deciso di rinviare di un anno quale requisito di accesso all’esame di maturità in funzione propedeutica ad una sua revisione prevista dal contratto di Governo, l’analogo intervento sull’Invalsi, deciso all’ultima ora, è arrivato, invece, come fulmine a ciel sereno.

Di un intervento sull’Invalsi, infatti, non vi è alcuna traccia nel contratto del governo giallo-verde; tuttavia, spulciando nei programmi di partito, si scopre che se ne parla abbondantemente e criticamente nel programma per la scuola del Movimento 5 Stelle.

Il sistema di valutazione delle performance degli alunni e delle scuole, che va sotto il nome di INVALSI – recita programma penta stellato – sottende un’idea estremamente dannosa per il sistema scolastico, poiché accresce la competizione tra scuole e tra alunni. Dobbiamo evitare che esistano scuole di serie A e scuole di serie B, dal momento che la nostra Costituzione tutela il diritto allo studio e promuove la realizzazione di un sistema d’istruzione di qualità per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro provenienza geografica, sociale o economica.

Le differenze tra i territori, tra scuole del centro e scuole di periferia, vanno livellate verso l’alto sostenendo maggiormente proprio le realtà più svantaggiate.

Stupisce che la differenza territoriale venga implicitamente attribuita all’Invalsi che, invece, ha il compito di farla emergere, per consentire alle scuole e al MIUR di colmare l’eventuale gap. Come si possono individuare le strategie di livellamento se ci si priva degli strumenti conoscitivi approfonditi del fenomeno? “Come si può deliberare senza conoscere?”, si chiedeva Luigi Einaudi nelle sue “Prediche inutili” oltre sessant’anni fa (a proposito della “nostalgia” a cui si faceva riferimento nelle prime notizie di questa newsletter). Una lettura che ci sentiamo di consigliare.

C’era un ulteriore passaggio critico sulle rilevazioni Invalsi che sembra ripreso da certi slogan degli studenti: “Inoltre, la didattica non può essere ridotta a quiz a crocette che standardizzano il sapere. Il primo passo per restituire centralità ad un modello educativo cooperativo consiste nel rivedere le modalità di valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti attraverso i test INVALSI.”

Il programma del M5S concludeva con l’affermazione dei seguenti obiettivi:

Per quel che concerne la valutazione degli alunni:

  • eliminazione dei test INVALSI dalle prove d’esame(già stato deciso dal d.lgs. 62/2017, ndr),
  • superamento della valutazione numerica ed estensione della valutazione per competenze (certificazione per competenze annuale),
  • revisione del ruolo e della natura dei test INVALSI.
  • In generale: revisione del Sistema Nazionale di Valutazione,
  • promozione di una maggiore centralità dell’INDIRE come organo di pianificazione e di impulso delle strategie di miglioramento della qualità didattica (SNV).

Alla luce di quanto avvenuto alla Camera con l’emendamento Invalsi nel Milleproroghe, sembra di capire che questo primo round è andato a favore del M5S, oltre quanto convenuto nel contratto giallo-verde. La Lega starà a guardare, assecondando in tal modo l’azione del partner di governo per la radicale revisione dell’Invalsi? Oppure ne contrasterà l’intento revisionistico?