Il DDL sugli ITS in retta d’arrivo al Senato, ma tornerà alla Camera

Non tutti gli ostacoli sono stati rimossi sulla strada che porta al varo definitivo del disegno di legge che potenzia e rilancia gli ITS. Malgrado la Camera abbia approvato la legge quasi all’unanimità, in Senato si intendono apportare alcuni cambiamenti, come già da noi accennato nella newsletter dello scorso 17 gennaio.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede l’approvazione della legge entro dicembre 2022, ma l’intenzione del governo è quella di concludere rapidamente l’iter legislativo del DDL, che comunque dovrà tornare alla Camera per il varo definitivo perché il Senato si appresta appunto a fare alcune modifiche, non gradite dalle Regioni.

Tra queste l’indicazione del principio di un ITS per Provincia, salvo intesa con la singola Regione, che per le Regioni rischia di essere eccessivamente restrittivo; l’introduzione di un sistema di accreditamento nazionale nelle more della definizione dell’accreditamento regionale; il riferimento a qualsiasi istituto di istruzione secondaria superiore, statale o paritario, purché coerente con l’area tecnologica di riferimento dell’ITS, mentre il testo approvato dalla Camera prevedeva di confermare l’attuale assetto che fa riferimento, quali soggetti minimi, agli istituti di istruzione secondaria superiore, statale o paritari, appartenenti all’ordine tecnico o professionale; l’introduzione della percentuale del 50% di soggetti provenienti dal mondo del lavoro con 5 anni di esperienza, ora ridotti a 3; la previsione per cui almeno il 60% del monte ore complessivo dell’attività formativa venga svolto dai docenti provenienti dal mondo del lavoro; la previsione per cui il direttore didattico deve essere scelto tra i dirigenti scolastici degli istituti di scuola secondaria di secondo grado aderenti alla fondazione.

Il relatore, sen. Riccardo Nencini (Gruppo Italia Viva – P.S.I.), Presidente della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), sembra comunque intenzionato ad accogliere alcune delle obiezioni delle Regioni, delle quali si è fatta portatrice l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, soprattutto quelle volte ad evitare la “scolasticizzazione” degli ITS. La Donazzan dichiara a Tuttoscuola la propria soddisfazione per l’“ottimo lavoro come Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni. Proprio questa settimana, il relatore sen. Riccardo Nencini, ha presentato un altro emendamento per risolvere il problema posto da alcune regioni sul regime transitorio, con particolare riferimento a fondazioni non ancora costituite ma già previste da atti di programmazioni regionali. Che l’abbia fatto, è il riconoscimento del ruolo che le Regioni hanno finora avuto nello start up del sistema degli ITS e che continueranno ad avere nelle sfide del PNRR che ci attendono”.

Nel dibattito è intervenuta la senatrice Valeria Alessandrini (Lega), che ci ha rilasciato in proposito la seguente dichiarazione: “Gli ITS devono diventare il segmento terziario del nostro sistema di Istruzione e formazione che meglio dovrà contrastare il mismatch formativo. Il nostro Paese deve avere Super Tecnici formati per poter competere con Paesi come Francia e Germania, che ci contendono la leadership nel settore manifatturiero. Assieme agli obiettivi del PNRR, questa riforma deve consentire il rapido raddoppio del numero di studenti iscritti ai percorsi del sistema di Istruzione e Formazione Tecnica superiore. L’obiettivo è di arrivare a un incremento del 100 per cento, fino a 18.750 iscritti e 5.250 diplomati all’anno. Numeri pur sempre esigui rispetto ai 400mila della Francia con i brevet è il diplôme de technologie e al milione della Germania con le Fachhochschule”.

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