Il cambiamento come restaurazione?

La linea del cambiamento per la scuola sembra finora segnata da un ritorno alle origini, una restaurazione un po’ abborracciata che manca di chiarezza e rischia anche qualche contraccolpo organizzativo.

Sono sotto gli occhi di tutti i primi interventi restaurativi che francamente per il momento hanno creato disorientamento e perplessità.

Cominciamo dalla questione vaccini.

Una settimana fa addirittura l’obbligo vaccinale previsto dalla legge Lorenzin sembrava sospeso per un anno con un ritorno di fatto al 2016. Un ripensamento dell’ultima ora ha per evitato il peggio, ma, con un colpo di coda inatteso, il rilancio dell’autocertificazione ha riportato indietro le lancette dell’orologio in molte situazioni.

Le prove Invalsi, previste per l’ultimo anno delle superiori anche in funzione di requisito per l’ammissione alla maturità, sono state declassate prima ancora di nascere: rischiano di non avere una funzione valutativa del sistema come è stato fino ad oggi.

Stessa sorte e stesso contraccolpo per l’alternanza scuola-lavoro, messa all’angolo e privata di valore incidente sulla valutazione dei prossimi diplomati.

L’esame di maturità perde due elementi portanti e, privato anche della terza prova, ritorna ad un passato lontano.

Finora il cambiamento annunciato dal Governo, per quanto riguarda il sistema di istruzione, sembra indossare soltanto abiti vecchi.

Si può sperare che dietro la restaurazione si affacci presto il nuovo cambia non per cambiare, ma per migliorare il sistema?