I tre volti dell’Educazione civica  

Dal corrente anno scolastico, com’è noto, l’insegnamento dell’Educazione civica è obbligatorio fin dalla scuola dell’infanzia, in attuazione della legge istitutiva n. 92, approvata pressoché all’unanimità dal Parlamento nell’agosto del 2019. Ma in poco più di un anno, con tre ministri della PI diversi (Bussetti in uscita, Fioramonti e poi Azzolina), il volto di questo insegnamento, la sua identità in termini di obiettivi di apprendimento caratterizzanti, è cambiato tre volte.

Con Bussetti (Lega) prevalevano gli aspetti riguardanti la legalità, le regole, i comportamenti; con Fioramonti (M5S, poi uscito dal Movimento), nei suoi intensi e monotematici quattro mesi alla guida del Ministero, quelli relativi all’educazione ambientale; con Azzolina (sempre M5S, ma più allineata con la leadership del movimento/partito) è emersa con forza anche la valenza relativa alla educazione digitale, che però si è affiancata alle altre due, senza diventare quella dominante. Una soluzione di compromesso, ma forse inevitabile in presenza di una legge come la 92/2019 nata dalla confluenza di diverse aspettative e priorità, di cui si sono fatti interpreti i diversi partiti, in un unico testo legislativo.  

Questo aspetto trivalente della nuova Educazione civica si coglie bene nelle Linee Guida sull’Educazione civica emanate a  giugno ed è ben presente nel portale dedicato messo nei giorni scorsi sul sito del Ministero all’indirizzo www.istruzione.it/educazione_civica, contenente una considerevole quantità di informazioni e materiali utili per gli insegnanti, strumenti per la formazione,  FAQ e una serie di link a specifiche aree tematiche come la lotta al bullismo e al cyberbullismo, l’educazione finanziaria, storia e cittadinanza europea, educazione stradale. Stupisce un po’ che non sia prevista l’educazione sanitaria, tema di assoluta attualità.

Il portale si arricchirà progressivamente con l’acquisizione delle tante buone pratiche realizzate dalle scuole nei diversi campi di possibile attuazione della legge, che anche Tuttoscuola ha evidenziato nel suo viaggio tra le scuole nel corso dell’anno scolastico 2019-2020, e che continuerà a segnalare nel nuovo anno 2020-2021 (se ne parla qui), reso ancora più impegnativo dalla ripresa della pandemia.