I riformatori garantiscono: “il tempo pieno non salterà”

Il tempo pieno della scuola elementare non salterà. Parola del prof. Bertagna agli Stati generali e del sottosegretario Aprea in un dibattito televisivo con l’ex-ministro Berlinguer.
L’affermazione è chiara e rassicurante. E tanto basta, anche se i numeri addotti a conferma non riescono proprio a dimostrarlo.
Aggiungiamo un altro elemento alla discussione. L’art. 130 del Testo unico sulle norme della scuola (decreto legislativo 297/1994) prevede che per il tempo pieno “l’orario settimanale, ivi compreso il “tempo-mensa”, sia stabilito in quaranta ore”.
Quel “40 ore” è un dato di unità, non una somma di parti. Sta qui la differenza logica del dibattito e del contrasto interpretativo.
Nella spiegazione che ne dà Bertagna il tempo pieno della proposta sembra essere la risultanza di pezzi separati di offerta: le 25 ore obbligatorie da una parte più le 10 facoltative di laboratorio dall’altra. La mensa diventerebbe una conseguenza separata, prevedendo che i Comuni “anche in base al nuovo Titolo V della Costituzione, rinegozieranno con lo Stato l’attuale gestione di queste ore”.
In ogni caso la garanzia che è stata ripetutamente offerta dovrebbe rassicurare le famiglie che utilizzano questo servizio.