I piani di dimensionamento ancora lontani dall’obiettivo

Scade tra poche ore il termine, già a suo tempo prorogato, per definire i piani regionali per la nuova rete scolastica in attuazione della legge n.111 dell’estate scorsa. Il Miur ha informato i sindacati che a meno di una settimana dalla scadenza risultavano approvati piani che prevedono poco meno della metà delle istituzioni da sopprimere (600 sulle 1300 previste).

Nel primo ciclo dovrebbero scomparire le direzioni didattiche e gli istituti principali di scuola secondaria di I grado, per diventare tutti, una volta accorpati tra di loro, istituti comprensivi con una media di dimensionamento di mille alunni ciascuno.

Miur e Conferenza delle Regioni hanno convenuto che il parametro di mille alunni valga come media regionale e che possano sopravvivere transitoriamente e in via eccezionale, direzioni didattiche che abbiano già una popolazione scolastica di almeno mille. Quel che non è stato possibile modificare, invece, è il tempo di applicazione della nuova rete: dovrà essere immediato dal prossimo anno scolastico, come prevede la legge, anziché diluito in tre anni come avevano chiesto le Regioni. Proprio su questa determinazione potrebbero verificarsi sorprese dell’ultima ora da parte di alcune regioni “disubbidienti”.

Alcune regioni meridionali sono arrivate a questa scadenza con una situazione della rete non aggiornata e si sono venute a trovare, più di altre, nella dura necessità di cancellare molte istituzioni. La Sicilia, ad esempio, secondo i calcoli ministeriali dovrebbe cancellare 262 delle attuali 835 istituzione del 1° ciclo (circa un terzo). A suo tempo la regione siciliana ha dichiarato di volere mantenere i vecchi parametri, forte di una legge regionale di dieci anni fa. Si piegherà alla legge nazionale oppure andrà dritta per la sua strada con possibili conseguenze politico-istituzionali?

La Puglia, che secondo i calcoli ministeriali avrebbe dovuto cancellare 199 delle attuali 896 istituzioni scolastiche (il 22% del totale) e che, come altre regioni, ha impugnato la legge davanti alla Corte costituzionale, ha deliberato, invece, il nuovo piano con la contrazione di 176 istituzioni scolastiche (circa il 20% del totale). A decorrere da settembre 2012.

La Campania dovrebbe sopprimere 285 istituzioni scolastiche (circa il 30% del totale); la Calabria 112 (anch’essa quasi un terzo). Tutto da vedere, tra poche ore.