I DS, quelle note ‘mele marce’ della scuola e della PA…

Se c’è l’esigenza di evitare che qualche mela marcia rovini l’immagine della pubblica amministrazione, siamo sicuri che sia una buona idea partire dai dirigenti scolastici, che rappresentano un avamposto dello Stato (hanno la rappresentanza legale dell’istituzione) in luoghi delicati e sensibili quali sono le scuole?

Il dirigente scolastico “svolge compiti di direzione, gestione, organizzazione e coordinamento ed è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio” (art. 25 d.lgs. 165/2001 e comma 78, legge 107/15). È insomma una figura apicale nei luoghi in cui si fa scuola. Non stona che siano proprio i DS ad essere sottoposti ai controlli per la presenza a scuola? E non è contraddittorio che lo siano proprio loro che per legge hanno la funzione di controllare i docenti, che il nuovo ddl ha invece escluso dal controllo biometrico? Ci si dovrà aspettare che qualche genitore insoddisfatto per i voti del figlio chieda un accesso agli atti per verificare se il preside rispetta l’orario di lavoro?

Il provvedimento inserito nel ddl “concretezza” ignora inoltre la natura stessa del lavoro del dirigente scolastico, che non è certo un amministrativo.

Chi conosce quel mestiere sa (ma lo sapranno anche alla Funzione pubblica?) che la bravura di un dirigente scolastico si misura nella sua quotidiana capacità di relazionarsi con il territorio e gli stakeholder di riferimento.

Sono tanti i dirigenti scolastici messi sempre più a dura prova da un lavoro caratterizzato da responsabilità e oneri crescenti e poteri e mezzi limitati, con un trattamento retributivo e contrattuale non corrispondente all’impegno richiesto. Alcuni, anche tra i migliori, hanno “mollato il colpo” o meditano di farlo. Lo sanno alla Funzione pubblica e al Miur? Ora il controllo biometrico appare un ulteriore tassello che può far venire la voglia a chi può di una decisione drastica, con tanti saluti alla scuola, nonostante la passione per l’educazione che anima i più. O potrebbe incentivare altri a chiudersi in presidenza invece che girare come trottole all’interno della comunità scolastica e territoriale, come richiederebbe il loro importante ruolo, senza considerare l’impegno di reggenza che supplisce alle gravi carenze del sistema, costringendoli a muoversi sul territorio con i propri mezzi. Tanto a quanto pare i risultati (che nessuno misura) contano meno del “rispetto del cartellino”.

Nel mondo aziendale i dirigenti non sono tenuti al rispetto dell’orario, perché vengono giudicati per i risultati raggiunti, e sulla base di questi fanno carriera o al contrario possono anche essere licenziati.

Già, ma i DS non sono assimilabili ai dirigenti aziendali: infatti – come ha dimostrato il dossier “Manager, sceriffi o… Dirigenti figli di un dio minore?”, scaricabile gratuitamente da tuttoscuola.com (https://www.tuttoscuola.com/prodotto/manager-sceriffi-dirigenti-figli-un-dio-minore-2/) – vengono retribuiti come i quadri aziendali…