I Comuni: vogliono essere protagonisti della riforma del sistema d’istruzione

La scuola è stata al centro dei lavori dell’assemblea dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani (svoltasi a Firenze dal 15 al 18 ottobre). E’ un segnale importante, visto che a quell’appuntamento annuale partecipano centinaia di comuni di ogni orientamento politico per definire le priorità nei vari settori d’intervento dei governi locali.
Il 16 ottobre, in un’affollata tavola rotonda sulla riforma della scuola, si sono confrontati, tra gli altri, gli assessori di Milano, Torino, Modena, Parma, Firenze e Napoli. Gli esiti del confronto sono stati raccolti in un ordine del giorno, votato all’unanimità dall’Assemblea generale dei Comuni.
Qual è la posizione dei Comuni italiani sulla scuola?
Innanzitutto considerano i temi dell’educazione e della scuola elementi strategici per la costruzione del diritto di cittadinanza e per le prospettive di sviluppo dei contesti territoriali. Per questi motivi chiedono di essere interlocutori di Governo, Regioni, istituzioni scolastiche, per promuovere unitariamente il miglioramento dei livelli di qualità della scuola e dei percorsi di educazione, istruzione e formazione.
I Comuni si dicono preoccupati per la riduzione della spesa per istruzione e ricerca che avrà ripercussioni negative sulle prospettive di crescita culturale, sociale ed economica nonché di sicurezza delle città, in quanto impediscono l’ulteriore sviluppo dei processi di inclusione culturale e sociale e di prevenzione che solo nelle scuole e con le scuole possono essere realizzati.
Nel documento esprimono, inoltre, preoccupazione per la riduzione del tempo scuola, che si ripercuoterà pesantemente sull’organizzazione della vita delle famiglie.