Governo e studenti parlano d’Europa ma non di guerra
Nessuno si sarebbe aspettato che in queste giornate dominate da echi di guerra ben tre ministri – il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, affiancato da Letizia Moratti e Rocco Buttiglione, avrebbero trovato il tempo per incontrare i 40 presidenti delle Consulte provinciali degli studenti e i nove rappresentanti delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative, che si sono riuniti a Roma nella sede del MIUR. I tre ministri hanno mostrato grande disponibilità ed interesse per questi giovani, che sono intervenuti, anche in videoconferenza, con una fitta serie di comunicazioni.
Ben 5.000 scuole in Italia e in tutta Europa sono state coinvolte simultaneamente in iniziative collegate alla celebrazione della “Primavera dell’Europa”, promossa dalla Convenzione europea con il sostegno della Commissione. Il presidente della Commissione, Romano Prodi, ha inviato a tutti un messaggio nel quale ha ricordato che “dalle ceneri di conflitti passati è nata l’unione dei paesi e dei popoli europei”. Si è parlato, soprattutto da parte di Fini, di un più forte impegno dell’Europa sullo scacchiere internazionale.
Pochi accenni, tuttavia, al tema attuale della guerra in Irak, come se gli avvenimenti in corso non riguardassero il presente e il futuro dell’Europa. Solo Buttiglione ha accennato alle manifestazioni in corso per la pace, che coinvolgono tante scuole e studenti in tutta Europa: ha detto che le manifestazioni esprimono sentimenti positivi e apprezzabili, ma non quando assumono un significato antiamericano. L’Europa, ha concluso il ministro, è nata nell’amicizia con gli USA, e può crescere solo conservandola.
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