Federalismo fiscale, inizia la navigazione

Il confronto politico del ministro per la semplificazione normativa Calderoli prima con la Commissione Bicamerale per le questioni regionali e poi con la Conferenza delle Regioni cambia il panorama delle riforme e forse sta imboccando la direzione giusta.

Le linee guida del progetto di federalismo fiscale esposte dal ministro si possono così riassumere: forte riferimento alla Costituzione, adeguata perequazione, lunga fase di transizione per l’attuazione.

Il punto di partenza del processo di attuazione dell’articolo 119 della Costituzione è il superamento delle modalità di trasferimento di risorse dallo Stato agli enti locali con l’approdo ad un sistema di “tributi degli enti locali e compartecipazione alle entrate dello Stato“.

Non si farà più riferimento alla “spesa storica“, ossia al trasferimento di quanto speso negli anni precedenti, ma al sistema dei “costi standard“, con l‘individuazione dell’ottimale di costo per determinate funzioni.

Le linee guida distinguono i comparti di spesa ai fini della definizione delle regole di finanziamento tra spese riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni ed altre spese.

Il comparto istruzione, per il quale sono forti le esigenze di equità ed uniformità, trova un’adeguata “protezione” sul piano finanziario in quanto viene garantito un finanziamento integrale sulla base di costi standard definiti attraverso la disciplina dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale, universali e perciò uguali per tutti anche se ciascuna regione può decidere per un loro potenziamento.