Federalismo fiscale: alla Camera dialogo confermato?

Lo scorso 4 marzo è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge, approvato dal Senato, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale.

La Conferenza dei Presidenti delle Regioni la settimana scorsa non ha mancato di sottolineare che il testo presenta limitazioni alle prerogative regionali, evidenziando le questioni a maggiore spessore di criticità tra le quali è inclusa l’istruzione.

In particolare, nel sottolineare che la declinazione proposta per il settore istruzione è altamente critica, ha chiesto che il comma 3, recepito nel testo durante il dibattito al Senato, sia così riformulato: “Nelle spese di cui al comma 1, lettera a), numero 1, sono comprese quelle per la sanità, l’assistenza e l’istruzione“.

La modifica chiesta dalle Regioni avrebbe l’effetto di ripristinare la precedente formulazione del testo normativo che consentiva di fare riferimento all’intera materia dell’istruzione, ivi compresa anche l’istruzione e formazione professionale per la parte connessa all’erogazione dei livelli essenziali.

Il Pd, il cui atteggiamento alla Camera dovrebbe ricalcare quello tenuto al Senato, ha presentato per l’area istruzione una pluralità di emendamenti riferiti agli art. 8, 20 e 21 che si pongono l’obiettivo prioritario di includere le spese derivanti dall’esercizio delle funzioni rientranti nella potestà legislativa concorrente riconosciuta alle  Regioni nel calcolo dei costi standard associati ai livelli essenziali delle prestazioni fissate dalla legge statale, da erogarsi in condizioni di efficienza ed appropriatezza.