Fedeli e Carrozza: l’intelligenza artificiale è anche una sfida etica

Evitare che le tecnologie legate all’intelligenza artificiale possano portare a nuove disuguaglianze sociali è una delle priorità del dibattito che si sta avviando in Italia per impulso del tavolo permanente di confronto promosso dal presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, cardinale Gianfranco Ravasi, e nel quale si inserisce l’incontro organizzato lo scorso 6 luglio a Roma dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.

Ad entrambe le iniziative ha partecipato l’ex ministra Maria Chiara Carrozza, nota esperta di robotica, già rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che è intervenuta sul tema della sfida etica posta dai più recenti sviluppi della ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale: “Uno dei temi principali è quello dell’uguaglianza”, ha detto l’ex ministro, perché occorre evitare di “aumentare la disuguaglianza fra chi ha gli strumenti per gestire queste nuove tecnologie e chi non li ha”.

Gli strumenti per riuscire in questa impresa sono, secondo Carrozza, “l’istruzione, l’educazione e la formazione dei cittadini, che devono essere educati a conoscere l’intelligenza artificiale, per capire che cosa sia e soprattutto per essere consapevoli di tutte le possibili ricadute”.

Anche secondo la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, presente all’incontro del 6 luglio, il campo dell’intelligenza artificiale “deve essere governato come una sfida etica”. In questo settore “siamo secondi in Europa subito dopo la Germania e diventa sempre più importante che in Italia se ne possa discutere in termini pubblici dandoci anche delle regole, perché dobbiamo immaginare l’intelligenza artificiale non solo come uno sviluppo della ricerca importante ma soprattutto come uno strumento a servizio del benessere delle persone”.